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Storia di Tuan

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2010 21:56
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Sesso: Femminile
29/03/2010 21:56

Tra realtà e mito
|Storia di Tuan

1 - L'OSPITE DI SAN FINNEN
Si narra che un giorno (siamo nel VI secolo d.C.) Finnen lasciò il monastero da lui stesso fondato in Mag Bíle [Movilla], e si recò a trovare un vecchio guerriero che abitava non lontano da lì.
Tuan mac Cairill era il nome di quest'uomo, che però si rivelò assai sgarbato con il santo uomo, rifiutando di riceverlo. Allora Finnen sedette fuori della porta di casa dell'arcigno guerriero e digiunò per tutta la domenica. Dinanzi a tanta ostinazione, Tuan accolse finalmente il monaco nella sua casa. Tra i due si stabilirono buoni rapporti e Finnen ritornò tra i suoi monaci a Mag Bíle.

- Tuan è un uomo eccellente - disse loro. - Egli verrà da voi per darvi conforto e narrare le antiche storie di Ériu.

Difatti ben presto il guerriero giunse nel monastero e propose ai monaci di andare con lui nel suo romitaggio. I monaci lo seguirono, celebrarono gli uffici della domenica con tanto di salmi, preghiere e messa. E quando i monaci gli chiesero qual era il suo nome e quale fosse la sua stirpe, egli diede una risposta stupefacente:

- Sono un uomo dell'Ulaid - dichiarò. - Il mio nome è Tuan figlio di Cairill. Un tempo però fui chiamato Tuan figlio di Starn fratello di Partholón. Questo era il mio nome agli inizi.

Allora Finnen chiese a Tuan di raccontare la sua storia e aggiunse che nessuno dei monaci avrebbe accettato il suo cibo fintanto che Tuan non avesse narrato quanto ricordava.

Così Tuan cominciò a raccontare.

2 - STORIA DI TUAN MAC CAIRILL

Tuan narrò di cinque invasioni che dopo il Diluvio erano giunte ad abitare Ériu (e in verità egli non aveva mai sentito parlare di qualcuno che fosse arrivato in Ériu prima del Diluvio). Tre secoli dopo il Diluvio, disse, era giunto in Ériu Partholón figlio di Sera, il quale vi si era stabilito con la sua gente. Ma, sopravvenuta un'epidemia, nello spazio di due domeniche, l'intero popolo dei Partoloniani era stato annientato. Ora, poiché era legge che ad ogni massacro scampasse almeno una persona potesse in seguito raccontarne gli eventi, per decisione divina, Tuan era sopravvissuto all'epidemia, unico superstite di tutta la sua gente.

Per anni, Tuan si era aggirato solitario tra le rupi e le colline, guardandosi dai lupi, finché era divenuto così vecchio che, non potendo camminare con agio, si era ritirato in Ulaid, dove trovato asilo in una caverna. Per ventidue anni, Tuan era rimasto solo sulla vuota isola di Ériu, finché dall'alto di una collina aveva visto nuove genti sbarcare sull'isola. Era Nemed, un lontano discendente dello stesso Partholón, che arrivava col suo popolo a colonizzare l'isola. Vecchio e miseramente nudo, con i capelli grigi e le unghie lunghe, Tuan non aveva avuto il coraggio di andare incontro ai nuovi arrivati, così era fuggito a nascondersi nella sua caverna, dove avrebbe atteso la morte.

Ma una notte, mentre Tuan dormiva, il suo corpo aveva mutato forma. E quand'egli si era svegliato, aveva scoperto che Dio l'aveva tramutato in cervo, restituendogli al contempo la giovinezza e l'umor gaio. E Tuan cantò questi versi:

- Vengono verso di me, dolce Signore,
le genti di Nemed figlio di Agnoman;
guerrieri possenti in battaglia,
pronti a ricercare il mio sangue.
Si levano però sul mio capo
due palchi irti di sessanta punte:
forma nuova, pelo ruvido e grigio
quando ero privo di forza e difesa.

E Tuan fu principe dei cervi di Ériu: grandi branchi lo attorniavano qualunque cammino seguisse. Egli trascorse questa sua nuova vita all'epoca in cui Nemed e i suoi discendenti abitavano la verde Ériu.

Quando i Nemediani scomparvero anch'essi, Tuan, trasformato in cervo, aveva ormai raggiunto l'estrema vecchiezza. Le sue corna erano consumate e le sue zampe un tempo agili non riuscivano più a fuggire i branchi di lupi. Così Tuan si ritirò nella sua caverna, in Ulaid, per morire. Ma una mattina, svegliandosi, si era accorto che il suo corpo aveva nuovamente cambiato forma. E trasformato in un nero cinghiale, Tuan cantò:

- Oggi cinghiale tra gli armenti,
signore possente dai grandi trionfi,
fui un tempo tra le genti di Partholón
nell'assemblea che regolava i giudizi.
Il mio canto era piacevole a tutti,
gradito alle donne giovani e belle;
avevo un carro maestoso e splendente,
grave e dolce la voce nel lungo cammino;
rapido il passo, senza timore
al combattimento e all'assalto:
ieri ebbi volto bello e radioso,
oggi sono un nero cinghiale!

Tornato giovane in questa nuova forma, Tuan riacquistò il buon umore. Era il re dei cinghiali di Ériu e fieramente si aggirava per l'isola.

E un altro popolo giunse dal mare per impadronirsi di Ériu. Erano i Fir Bólg. Nel frattempo la vita di Tuan era giunta al termine: lo spirito era affaticato, impotente di fare ciò di cui prima era capace. Il vecchio cinghiale viveva solo nelle buie caverne e tra le rupi.

Allora Tuan tornò nella sua grotta nell'Ulaid, in quel medesimo posto dove tornava ogni volta che il carico degli anni lo faceva ricadere nella vecchiaia, affinché il suo aspetto mutasse ed egli ritrovasse la giovinezza. E questa volta ne uscì trasformato in un falco di mare

Il suo spirito tornò gaio e fu nuovamente capace di tutto. Divenne inquieto e vivace, volava per tutta l'isola e cantava questi versi:

- Oggi falco di mare, ieri cinghiale,
Dio che m'ama
mi diede questa forma.
Vissi tra i branchi dei cinghiali,
oggi sono tra gli stormi d'uccelli.

E poi giunse un nuovo popolo a impadronirsi di Ériu. Erano i Túatha Dé Dánann, i quali vinsero le stirpi dei Fir Bólg, che all'epoca occupavano la verde isola.

In quanto a Tuan, rimase a lungo in forma di falco ed era ancora in quella apparenza quando giunse un'ulteriore invasione: quella dei Milesi, che strapparono l'isola ai Túatha Dé. Ormai vecchio, il falco si trovava dentro la cavità di un albero sopra un corso d'acqua, lo spirito abbattuto, incapace di volare. Dopo aver digiunato nove giorni, il sonno si impadronì di lui ed egli fu trasformato in un salmone di fiume. In seguito Dio lo pose in acqua, dove il salmone visse a fu a suo agio, vigoroso e ben nutrito. Abile nel nuotare, sfuggiva ai pericoli ed alle trappole: le mani del pescatore, gli artigli del falco, le lance da pesca.

Un giorno Dio decise che era tempo di porre fine allo stato di Tuan e fu così che un pescatore finì per catturare quel grosso salmone.

3 - RINASCITA

Il salmone fu portato alla corte di re Cairill figlio di Muiredach Munderg. Fu messo sulla griglia e arrostito. La moglie del re lo mangiò tutto intero ed il salmone si ritrovò nel suo ventre.

Non per questo Tuan smise di essere cosciente. Egli conservò memoria del tempo in cui rimase nel grembo della donna e da là udiva tutte le conversazioni che si tenevano in casa, di quel che succedeva in Ériu in quei giorni.

Poi la regina partorì ed egli venne alla luce, e fu chiamato di nuovo Tuan, e appena nato, Tuan sapeva parlare perfettamente e raccontava degli eventi antichissimi di cui era stato testimone.

Nel corso della sua vita, Tuan mac Cairill era stato un profeta, finché non era giunto Pátraic, l'apostolo dei Gaeli, a portare la fede in Ériu. Tuan era già molto vecchio, ma si era fatto battezzare. Ormai era vecchissimo, e questa fu la storia che narrò a Finnen e ai suoi monaci: la cronaca delle antiche invasioni di Ériu.

Ed è grazie a Tuan mac Cairill se gli storici di Ériu hanno ancora oggi memoria di Partholón e della sua gente


LE GENTI DI CESAIR

- SBARCO DELLE GENTI DI CESAIR IN ÉRIU

le Genti di Cesair [Muintir Cesrach. Nel ciclo delle invasioni d'Irlanda, la compagnia, formata da tre uomini e cinquanta donne, che giunse in Ériu prima del Diluvio. Cesair era la donna che li guidava. I tre uomini erano Bith, Fintan e Ladra.]

le genti di Cesair obbedirono al consiglio dell'idolo. Approntarono tre navi e la misero in mare, navigando da est verso ovest. Nel corso del lungo viaggio, che durò sette anni e un quarto, due delle tre navi affondarono e solo la terza rimase a galla. Su di una di esse vi era Bith, padre di Cesair, e suo marito Fintan figlio di Bóchra. Pilota della nave era Ladra, fratello di Cesair. Ma mentre gli uomini erano soltanto tre, le donne erano in numero di cinquanta.

Canta l'antico poeta:

Cesair venne via dall'est,
donna figlia di Bith.
Con lei cinquanta fanciulle,
e con lei tre uomini soltanto

Essi presero terra a Dún na mBarc, nel Corco Duibne, nel Múmu occidentale. Era l'anno 2242 dopo la Creazione del Mondo [2956 a.C.]. Cesair e Fintan furono in assoluto i primi esseri umani a calcare il suolo di Ériu.

Fu là che essi sbarcarono
a Dún na mBarc, compagnia femminile,
in Cúil Cesrach, nella zona di Carn,
il quindicesimo giorno di luna, sabato.
Mancavano soltanto quaranta giorni al Diluvio:

Due volte venti di giorni prima del Diluvio
Cesair approdò e giunse in Ériu,
Bith, Fintan e il fiero Ladra,
con loro cinquanta meravigliose fanciulle.
.

3 - SPARTIZIONE DELLE DONNE

Le Genti di Cesair, approdate in Ériu con l'unica nave superstite, erano in tutto cinquanta donne e tre soli uomini.

Dal luogo dello sbarco essi giunsero a Bun Suaimne, dove si trova il luogo chiamato Cumar na Tri nUisce [«Confluenza delle tre acque»], perché tre fiumi vi mescolano le loro acque: il Siuir, il Feorach e il Berba. Qui i tre uomini si divisero tra loro le cinquanta donne. Bith prese con sé sua moglie Barrfinn e sedici fanciulle; Fintan prese sua moglie Cesair e altre sedici fanciulle, Ladra prese sua moglie Balba e le rimanenti quindici fanciulle. Fu così che alla fine della spartizione, Bith e Fintan avevano diciassette donne ciascuno, mentre Ladra era rimasto scontento con le sue sedici.

Come avrebbe narrato in seguito Fintan:

- Una spartizione venne compiuta tra di noi, tra me e Bith e Ladra, delle cinquanta magnifiche fanciulle. Diciassette donne toccarono a me, inclusa Cesair. Lot, Luam, Mall, Mar, Froechar, Femar, Faible, Foroll, Cipir, Torrian, Tamall, Tam, Abba, Alla, Baichne, Sille. Questa è la storia che tratta di loro. Diciassette toccarono a Bith, inclusa Barrfinn. Sella, Della, Duib, Addeos, Fotra, Traige, Nera, Buana, Tamall, Tanna, Nathra, Leos, Fodarg, Rodarg, Dos, Clos. Meritano di essere ricordate, anch'esse facevano parte del nostro popolo. Sedici infine andarono con Ladra, inclusa Balba. Bona, Albor, Ail, Gothiam, German, Aithne, Inde, Rodarg, Rinne, Inchor, Ain, Irrand, Espa, Sine, Samoll. Questa era la nostra incantevole compagnia.

4 - I PRIMI A MORIRE

Ladra partì per il sud con le sue sedici donne, ma di là a poco morì, sembra, per abusi sessuali. Egli fu in assoluto il primo uomo a morire in Ériu e il primo a venirvi sepolto. Il luogo dov'egli giacque prese nome Árd Ladrann.

Le sedici donne di Ladra ritornarono indietro. Cesair le spedì segretamente a suo padre Bith, ma Bith ne informò Fintan e i due decisero di dividersi equamente le ragazze.

Bith si recò al nord con le sue donne e fu il secondo a morire. Fu seppellito sotto un carn, un tumulo di pietre, presso la montagna che da lui prese il nome di Slíab Betha.

Dopo la morte di Bith, le sue ragazze tornarono a Cumar na Tri nUisce per porsi sotto l'autorità dell'unico uomo rimasto. Ma come Fintan ebbe dinanzi tutte quelle donne, scappò via. Abbandonò Bun Suimne, varcò Slíab Cua e traversò il Siónnan. Cesair lo inseguì insieme alle compagne e nel Connacht il suo cuore, già duramente provato per la morte del fratello e del padre, e ora per la fuga del marito, si spezzò.

Il luogo dove Cesair morì ebbe nome Cúil Cesrach, e il tumulo sotto cui fu seppellita si chiamò Carn Cesrach.

Mancavano soltanto sei giorni al Diluvio.

Così trascorse il tempo stabilito,
con le loro morti e le loro azioni.
Non c'era che una settimana sola,
di quaranta giorni che rimanevano.

5 - FINTAN NELLA «COLLINA DELL'ONDA»

Fuggendo all'inseguimento delle cinquanta fanciulle, Fintan giunse nel Duthaig Arad. Una collina sorgeva presso il Loch Dergdeirc. Fintan si arrampicò in cima a quella collina e si nascose in una caverna.

Fintan era ancora nascosto nella sua caverna quando giunse il Diluvio universale. Le acque straripanti sommersero Ériu, spazzando via tutte le donne accalcate alla base della collina. L'onda salì mugghiando verso la vetta e Fintan era ormai certo che sarebbe anch'egli perito nel Diluvio, quando Dio, pietoso, chiuse l'imboccatura della grotta in cui egli si trovava. Così quando l'immane onda sommerse completamente la collina, Fintan si trovava ormai al sicuro dentro la caverna.

Fintan rimase per un anno intero rinchiuso nella grotta in cima alla collina, la quale sarebbe stata conosciuta in futuro come Tul Tuinne, la «Collina dell'onda». Non aveva nulla da mangiare e da bere, ma Dio lo fece cadere in un lungo sonno ininterrotto. Per un anno intero Fintan rimase addormentato nella sua arca di pietra e soltanto quando le acque del Diluvio tornarono a defluire, egli si svegliò ed uscì dalla grotta.

Aveva ritrovato la vera fede.

6 - FINTAN L'IMMORTALE

Reso immortale, Fintan trascorse i secoli prendendo di volta in volta la forma di un salmone, di un'aquila e di un falco, e fu testimone di tutte le successive invasioni che toccarono le sponde dell'Isola di Smeraldo. Favorito dalla sua vita lunghissima, Fintan poté così tramandare le memorie storiche delle Genti di Cesair e di coloro che vennero in seguito.

Sembra che Fintan figlio di Bóchra vivesse ancora nel settimo anno del regno di Diarmaid mac Cerbaill (551 ca.), allorché fu interrogato dal poeta di corte, Amargin mac Amlaí, che, per costringerlo a rivelargli i suoi ricordi, digiunò per tre giorni e tre notti innanzi a lui e alla presenza degli uomini e delle donne di Temáir. Da questi racconti sarebbero nate le Storie toponomastiche.

Così cantò Fintan:

In Ériu, qualunque cosa mi domandiate, io so la risposta,
tutto ciò che vi accadde dal principio del melodioso mondo.
Cesair venne da est, la donna figlia di Bith
con le sue cinquanta fanciulle, e tre uomini.
Il Diluvio coprì Bith sulla sua montagna, non è un segreto;
Ladra in Árd Ladrann, Cesair nel suo cantuccio.
Ma in quanto a me, mi seppellì Iddio stesso,
mi seppellì in alto rispetto ai miei compagni;
in Tul Tuinne, Egli mi fece scampare il Diluvio.
Rimasi un anno sotto le acque diluviali nella possente collina,
non avevo niente per nutrirmi, meglio mi fu un sonno senza risveglio.
Rimasi qui in Ériu, il mio viaggio era eterno, quando
vi arrivò Partholón dall'est, dalla terra dei Greci.
Io ero qui in Ériu, ed Ériu era deserta, quando
vi arrivò il figlio di Agnoman, Nemed, fulgido il suo aspetto.
E vennero i Fir Bólg ed i Fir Galeoin, fu molto tempo fa,
e con loro i Fir Domnann, che approdarono ad ovest.
Quindi giunsero i Túatha Dé, nelle loro nuvole di fumo,
ci fu nutrimento per me in quella che fu una lunga esistenza.
I Milesi vennero dalla Spagna, dal sud, ed io potei
nutrirmi alle loro mani, benché fossero forti in battaglia.
Una lunga vita mi fu data in sorte, non lo nasconderò,
finché il Re del Cielo non mi prenderà dalle sue nuvole.
Io sono Fintan il Bianco, il figlio di Bóchra, non lo nasconderò,
dopo il Diluvio qui sono nobile e grande tra i più saggi. .

Secondo un'altra tradizione, Fintan sarebbe morto intorno al III sec. d.C., allorché, in forma di salmone, fu catturato e messo in graticola da Finn mac Cumaill, il futuro capo dei Fianna. Allora Finn era solo un ragazzo, ma, scottandosi un dito mentre cuoceva il salmone, portò il dito alla bocca ed ebbe di colpo l'antica sapienza di Fintan

1 - ÉRIU DOPO IL DILUVIO

Quando il Diluvio ebbe spazzato via l'umanità, l'isola di Ériu rimase disabitata per molto tempo. Dapprima essa si riempì completamente di boschi, tranne un'unica pianura, spianata e dissodata dalle mani stesse di Dio creatore, che rimase completamente spoglia, senza nemmeno un albero o un filo d'erba.

Questa prima remota pianura sarebbe stata chiamata Senmág, «Pianura Antica», in Edar, ma in seguito anche Mág Élta, «Pianura degli stormi», perché tutti gli uccelli di Ériu vi scendevano per crogiolarsi al sole.

Nelle verde e silenziosa Ériu non vi erano, a quel tempo, che soltanto tre laghi e dieci fiumi. Né gli uni né gli altri a quell'epoca avevano ancora un nome, ma i tre laghi erano quelli che in seguito sarebbero stati chiamati così:

Loch Luimnech nel Des-Múmu [Desmond];

Loch Fordremuin a Tráig-lí, presso Sliab Mis, nel Múmu;

Finn Loch Cera in Irrus Uí Fiachrach (o Irrus Domnann), nel Connacht.

Come dice il poeta:

Tre laghi di meravigliosa limpidezza
oltre a nove meravigliosi fiumi,
Loch Fordremuin, Loch Luimnech,
Finn Loch oltre il confine di Irrus.

I dieci fiumi invece erano

il Buas tra Dál nAraide e Dál Riada (oppure il Rúta)

il Ruirthach (o l'Abann Lifé), tra il territorio dei Uí Néill e gli uomini del Laigin

il Berba nel Laigin

il Laoi nel Múmu, attraverso Muscraide verso Corcaig [Cork]

il Samaoir tra Uí Fiachrach e Cineal Conaill

il Mogurn in Tír Éogain

il Finn, tra Cinéal Éogain e Cinéal Conaill

il Banna, tra Lí ed Elle, nell'Ulaid

il Muaid nel Connacht, da Uí Fiachrach verso il nord;

lo Sligech nel Connacht

Il conto dei fiumi tuttavia non è sicuro. Alcuni dicono fossero nove e non dieci, ed eliminano dal conteggio il Ruirthach o il Berba. Altri ancora contano il Rúta al posto del Buas o l'Abann Lifé al posto del Ruirthach.

Come dice il poeta:

Laoi, Buas, Banna, Berba,
Samaoir, Sligech, Mogurn, Muaid,
e Lifé nel Laigin insieme ad essi
questi sono gli antichi fiumi.


2 - L'ARRIVO DEI FOMORIANI

Una settantina d'anni dopo il Diluvio, in Ériu giunsero i Fomoriani. Erano una razza di uomini, discendenti di Cham figlio di Nóe. Legati al mare e di statura gigantesca, dotati di un solo braccio e di una sola gamba, in seguito vennero confusi con i dèmoni o con i giganti.

I Fomoriani erano originari dell'Africa, dalla quale erano partiti a bordo di una flotta che essi stessi avevano costruito, al solo scopo di separarsi dalla discendenza di Cham, che era stato maledetto da Nóe, per paura di ricadere anch'essi nella stessa maledizione. I Fomoriani se n'erano anche andati per paura che la stirpe di Sem prevalesse su di loro, poiché Nóe aveva dato autorità a Sem sopra a Cham.

La flotta fomoriani era formata di sei navi, e su ciascuna nave avevano imbarcato cinquanta uomini e cinquanta donne. Dopo una lunga navigazione, i Fomoriani erano giunti in Ériu, approdando nella baia di Inbir Domnann Cícal.

Essi rimasero per più di due secoli in Ériu, dove sopravvissero cacciando gli uccelli e pescando. Il loro capo era Cícal Crígencosach, dal «Piede avvizzito», figlio di Nél (o Goll), figlio di Garb, figlio di Ugmór. Sua madre era Lot Luimnech.

Dice il poeta:

L'ulteriore invasione che fece preda
delle vaste pianure d'Irlanda
era guidata da Cícal Crígencosach,
sceso a terra in Inbir Domnann.
Di trecento uomini, numerose le sue schiere,
che vennero dalle regioni di Ugmór.
Finché tutti furono dispersi
nel giro di una sola settimana...

3 - LA PIÙ BREVE OCCUPAZIONE DI ÉRIU

si dice che che centoquaranta anni dopo il Diluvio, venisse nell'ancora deserta Ériu un giovane che discendeva da Nin mac Béil, che era stato imperatore del mondo dopo il crollo della torre di Babele. Il nome di questo giovane era Adna figlio di Bith. Egli non rimase a lungo in Ériu. fece un rapido sopralluogo e poi tornò indietro, raccontando alla sua gente della sua scoperta, e portando loro un ciuffo d'erba strappato dal suolo.

Adna chiamò Isola dei Boschi [Inis na Fidbad] la terra che aveva scoperto.

Cormac canta sul suo Salterio [BRANO]:

Adna figlio di Bith, con spirito profetico,
guerriero della stirpe di Nin figlio di Bél,
venne in Ériu per esplorarla
e strappò un ciuffo d'erba nell'isola dei boschi.
Portò con lui un pugno di quest'erba
e tornando riferì la grande notizia:
fu chiaramente la sua completa invasione,
la più breve in durata tra coloro che occuparono Ériu.

Ériu rimase disabitata ancora per lungo tempo, finché, duecentosettantotto anni dopo il Diluvio, giunsero i Partoloniani.


I Partolonani

- L'ARRIVO DI PARTHOLÓN

Dopo il Diluvio, Ériu rimase pressoché disabitata per duecentosettantotto anni, finché giunsero le genti guidate da Partholón. Ciò accadde il quattordicesimo giorno di maggio nell'anno 2520 dalla Creazione del Mondo, ovvero 2578 anni prima della nascita del Cristo dei cristiani, quarant'anni dopo la nascita di Abramo. Naturalmente non tutti gli annalisti sono d'accordo con questo computo, ma sembra comunque assoldato che ciò avvenne all'incirca al tempo di Abramo. Come afferma il poeta:

Trecento anni dopo il Diluvio,

e questa è storia vera, come ho calcolato,

tutta la santa Irlanda era deserta

finché Partholón non vi giunse.

E questa è la genealogia di Partholón: Partholón figlio di Sera, figlio di Srú, figlio di Esrú, figlio di Fraimint, figlio di Fáthacht, figlio di Magog, figlio di Iafeth figlio di Noe.

Partholón era un uomo in fuga, colpevole di parricidio. Suo padre era stato re di Migdonia, la Piccola Grecia, ovvero la Scizia. Partholón lo aveva ucciso reclamando la sovranità per il fratello Starn. Dopo essere fuggiti da Migdonia ed essersi affidati alle onde con una piccola flotta, le genti guidate da Partholón avevano toccato la Grecia, indi la Sicilia, e tenendo sulla destra la Spagna, dopo un viaggio di due mesi e mezzo avevano raggiunto Ériu. Erano sbarcati in Inber Scéne, nella regione occidentale del Múmu.

2 - I PARTOLONIANI

Partholón aveva con sé la moglie Delgnat e quattro capitani. Il primo dei capitani erano lui stesso, gli altri tre i suoi tre figli Slanga, Laiglinne e Rudraige. Con loro erano le mogli dei tre figli: Nerba, Cicba e Cerbnad.

Partholón aveva con sé dieci nobili figlie e dieci figli adottivi. Le figlie avevano nome: Aífe, Aine, l'eletta Adnad, Macha, Mucha, Melepard, Glas e Grenach, Auach e Achanach. I dieci figli adottivi si chiamavano: Aidbli, Bomnad e Ban, Caertin, Echtach, Athchosan, Lucraid, Ligair, Lugaid il guerriero e Gerber che mai diede invano la sua parola.

In quanto al suo seguito, difficile dire quanti fossero in tutto, ché le cronache sono contraddittorie. Alcuni dicono non vi fossero che Partholón, sua moglie, i suoi figli e le mogli dei suoi figli, otto persone in tutto, da cui in seguito sarebbe discesa una popolazione di quattromilacinquanta uomini e mille donne. Altre fonti affermano che l'intero gruppo fosse composto da ventiquattro uomini, ciascuno accompagnato dalla sua donna. Altri ancora dicono che Partholón arrivò in Ériu con un seguito di mille uomini. Difficile stabilire quale di queste versioni sia la più veritiera. La tradizione comunque ricorda i nomi di molti tra coloro che facevano parte del seguito di Partholón.

Vi erano innanzitutto sette aratori chiamati Tóthacht, Tarba [Tréun], Eochair [Iomas], Aithechbél, Cúaille, Dorcha e Dam. In tutto possedevano due vomeri e quattro buoi; i nomi dei buoi erano: Liac, Lecmag, Imar ed Etrigi: questi per primi ararono il suolo di Ériu. Brega mac Senboth fu colui che per primo costruì una casa, con un calderone sul fuoco. Costui fu anche quello che per primo stabilì i duelli in Ériu. Samailiath non solo introdusse la tecnica di fabbricazione della birra, ma fu il primo in Ériu a offrirsi come garante. Bacorb Ladra era un grande sapiente: fu lui il prima a dare ospitalità nell'isola di Ériu. Ma fu Beoir coluì che costruì il primo ostello dove i viandanti venivano accolti e rifocillati gratuitamente. Fiss, Eolas e Eochmarc erano i nomi dei tre druidi. Milchu, Meran e Muicnechán erano i tre campioni. Bibal e Bebal i due mercanti, i quali introdussero in Ériu la tecnica del baratto; il primo scambiava oro, il secondo bestiame.

3 - IL PRIMO TRADIMENTO CONIUGALE IN ÉRIU

In quel tempo non c'erano case o fattorie e i Partoloniani si erano accampati su un lembo di terra nel mezzo dell'Érne. Non vi erano molti modi per procurarsi il cibo, e si praticavano perlopiù la caccia e la pesca e la cattura degli uccelli.

Quando Partholón partiva per la caccia o la pesca, era solito lasciare la moglie Delgnat e il servitore Tódga a guardia del campo. Un giorno la donna invitò il servo a giacere con lei. Tódga rifiutò e si sentì dire che era un inetto; per non subire l'onta finì per cedere. Poi, presi da sete smisurata e colpevole per l'indecenza e la follia dell'azione commessa, bevvero entrambi da tutti i vasi di Partholón.

Tornato alla fine della giornata, Partholón fece per bere, ma avvertì nei vasi che portò alle labbra il sapore delle bocche di Delgnat e di Tódga, e capì di essere stato tradito. Ma Delgnat non si mostrò affatto contrita e scaricò sul marito la colpa del misfatto: - Dunque pensavi che fosse possibile mettere vicini una donna e un vaso di miele, latte appena munto e un bambino, cibo e una persona affamata, carne fresca e un gatto, degli strumenti e un operaio, oppure un uomo e una donna in privato, senza che non avvenga una qualche cosa tra loro?

E citò questi versi:

- Guarda gli armenti del colore del fuoco: sentono il desiderio nelle viscere.
Guarda le pecore dal manto bianco: anelano a un proprio padrone.
Guarda le placide mandrie ove tu voglia: cercano il toro contro ogni ragione.
Guarda le agnelline in calore: accettano l'autorità del primo montone.
Al vitello non s'impongono vincoli perché non segua la mucca da latte;
si pongono steccati innanzi alle pecore, perché l'agnello cresciuto non succhi;
il latte schiumoso della vacca cornuta si affida forse al macellaio?
Quando Partholón udì queste parole, fu preso da un impeto di gelosia così forte che colpì il cagnolino della moglie, che si trovava lì accanto, uccidendolo. L'animale si chiamava Saimér e diede nome all'isolotto dove morì: Inis Saimér. Come dice il poeta:

Il re colpì il cane della donna
con la sua mano (non è triste che così sia andata?)
e il cane morì.
Ecco, questa fu la prima gelosia di Ériu.

Partholón fu il primo marito tradito in Ériu, e la sua fu la prima gelosia che si conobbe sull'Isola di Smeraldo.

4 - MORTE DI FEAD

Sette anni dopo la conquista dell'isola, il primo uomo della stirpe di Partholón morì. Era Fead figlio di Torton figlio di Sru, cugino di Partholón, e la piana in cui fu sepolto, Mág Feada, prese nome da lui. Il luogo dove fu seppellito si chiamò Dolraí Máig Feada.

5 - BATTAGLIA CONTRO I FOMORIANI

Quando la stirpe di Partholón era giunta in Ériu, i Fomoriani vi risiedevano già da duecento anni, dove vivevano, in maniera non dissimile dai Partoloniani, cacciando gli uccelli e pescando. Non è chiaro se all'epoca di cui stiamo narrando i fatti, capo dei Fomoriani fosse ancora Cícal Crígencosach.

Quando i Partoloniani li incontrarono, i Fomoriani erano in numero di circa ottocento e tra loro le donne erano più numerose degli uomini. Avevano tutti un solo braccio e una sola gamba. Per diciassette anni, in Ériu, i Partoloniani vissero in pace con i Fomoriani, poi i due popoli dovettero confrontarsi per decidere a chi dei due dovesse appartenere l'isola.

Per questa ragione, Partoloniani e Fomoriani si confrontarono in una battaglia nella piana di Mág Ítha, e tutti i guerrieri dei Partoloniani scesero in campo con un occhio bendato, un braccio legato dietra la schiena ed un piede legato alla coscia. Il combattimento fu strano e sinistro: non morì nemmeno un uomo, perché vennero usate arti magiche. I Fomoriani vennero sconfitti. Alcuni dicono che vennero tutti quanti uccisi, altri che vennero cacciati da Ériu e andarono ad abitare in isole lontane nell'oceano o in terre fatate poste sotto il mare.

Ma non rinunciarono mai alla verde Ériu e in seguito sarebbero ritornati per riconquistarla.

6 - MORTE DEI FIGLI DI PARTHOLÓN

Dei tre figli di Partholón, valenti capitani di Ériu, il primo a morire fu Slanga, una ventina di anni dopo lo sbarco. Fu sepolto sotto un carn, un tumulo di pietre, sul monte che da lui prese nome Sliab Slanga.

Il secondo figlio, Laiglinne, morì l'anno successivo, e mentre si scavava la sua tomba a Ua-mac-Uais Breg, l'acqua sgorgò dallo scavo e si formò il Loch Laiglinne Il lago ebbe questo nome in suo onore.

L'anno successivo, morì anche il terzo figlio, Rudraige. Il Loch Rudraige eruppe sotto i suoi piedi ed egli vi annegò. Il lago prese nome da lui.

7 - MORTE DI PARTHOLÓN

Partholón morì nell'antica pianura di Senmág Élta di Edar, trent'anni dopo lo sbarco del suo popolo in Ériu, e in quel luogo fu seppellito.

8 - I PARTOLONIANI MUTANO L'ASSETTO DI ÉRIU

Durante la loro permanenza in Ériu, i Partoloniani si moltiplicarono e riempirono l'isola. Essi istituirono molti mestieri e arti per la prima volta e per primi stabilirono leggi. Erano prevalentemente agricoltori. Praticavano tecniche come il baratto, la molitura, la cottura delle carni, la preparazione della birra e la costruzione di case per gli ospiti.

Quando Partholón era sbarcato in Ériu, la topografia dell'isola era diversa da quella odierna: non esistevano che tre laghi, dieci (o nove) fiumi e l'unica antica pianura di Senmág Elta di Edar, che si diceva spianata dalle mani di Dio creatore ed in cui non cresceva né un albero né un filo d'erba.

Ma durante la loro permanenza, i Partoloniani dissodarono altre quattro pianure: Mág nEthrige nel Connacht (ma altri dicono fosse Mág Tuired), Mág Ítha nel Laigin, Mág Lí in Uí Mac Uais, e Mág Latharna nel Dál nÁraide.

Analogamente, oltre ai tre antichi laghi presenti in Ériu, altri sette si formarono nel periodo in cui i Partoloniani rimasero nell'isola. Il Loch Con si formò tre anni dopo la battaglia di Mág Ítha, e Mág Cró si chiamava la pianura dove esso eruppe. All'incirca nello stesso periodo si sarebbero formati anche il Loch Deichet e il Loch Mesc. Il Loch Laiglinne, come abbiamo visto, sgorgò dalla terra mentre si stava scavando una fossa per Laiglinne figlio di Partholón. Un anno dopo si formò il Loch Echtra, tra Sliab Mudairn e Sliab Fúait, in Orghialla. In seguito si formò il Loch Rudraige, che sgorgò sotto i piedi di Rudraige figlio di Partholón, e il lago fu così battezzato in suo onore. Nello stesso anno il mare inondò la zona di Brena e si formò così il settimo lago, Loch Cúan.

9 - LA PRIMA DIVISIONE DI ÉRIU

La prima divisione di Ériu, a quanto dicono i poeti, venne attuata durante la permanenza dei Partoloniani. Tale divisione venne stipulata da quattro figli di Partholón, nati, si dice, dopo il suo arrivo in Ériu, e chiamati rispettivamente Er, Orba, Ferón e Fergna. C'è però da dire che questa tradizione ha suscitato la perplessità degli storici, in quanto i nomi di questi quattro figli di Partholón corrispondono ai nomi di quattro capi del popolo dei Milesi, sicché si potrebbe anche pensare a una confusione del racconto, senonché alcuni dei più attenti storici ci assicurano che si trattò davvero di un caso di omonimia.

Ai tempi in cui i Partoloniani dimoravano in Ériu, vi era tra gli uomini onestà, rispetto dei patti e della proprietà, e ciascuno sapeva sicuri i tesori che teneva nelle proprie abitazioni. A quest'epoca, i quattro figli di Partholón, Er, Orba, Ferón e Fergna divisero Ériu tra loro in quattro parti, e nessuno rimase insoddisfatto della propria porzione o minacciò minacciò la parte toccata al fratello.

Da Aileach Néid nel nord fino ad Áth Clíath nel Laigin, la porzione di Er.
Da Áth Clíath ad Oiléan Árda Nemid [poi Oiléan Mór an Barraig], la porzione di Orba.
Da Oiléan Mór a Medraide presso Gaillim, la porzione di Ferón.
Da Áth Clíath Medraide a Medraide Néit, la porzione di Feargna.
Eochaid úa Fláinn, il più grande dei poeti del suo tempo, cantò questi versi:

Quattro figli, dalla voce selvaggia,
ebbe quale nobile schiatta Partholón:
essi si spartirono tra loro il governo
delle tribù di Ériu senza alcuna obiezione:
non era facile per i capi stabilire le loro divisioni.
L'isola di Ériu era un unico bosco,
e le ricchezze al sicuro nelle case, a quel tempo.
Ogni uomo conosceva ciò che gli spettava.
Er, il fratello maggiore, gioiva felice:
buona porzione gli era toccata, senza dubbio,
da Ailech Néit, terra senza insidie,
ad Áth Clíath nel potente Laigin.
Da Áth Clíath che dà sul mare
ad Oiléan Árda Nemid,
senza miseria e debolezza la sua condotta,
era la porzione di Orba della terra della sua razza.
Dal guado di Oiléan Árda Nemid
a Medraide dai grandi distretti,
motivo di soddisfazione senza fine,
la porzione di Ferón, diceva il trattato.
Da Medraide, stesso trattato,
ad Ailech Néit, terra di buoni costumi,
se noi seguiamo le linee di confine,
Fergna aveva ricevuto in base al patto.
Nella stessa Ériu, nessuna menzogna,
nacquero i forti uomini che ho enumerato,
una nobile compagnia, dalla solida fama:
gentili e cavallereschi furono questi quattro.


10 - LA FINE DEI PARTOLONIANI

Partoloniani abitarono per trecento anni in Ériu, finché furono colpiti da una pestilenza che scoppiò il giorno di Beltaine e durò da una domenica alla successiva. Si dice che Dio avesse mandato tale pestilenza per punire Partholón del parricidio da lui commesso attraverso l'estinzione della sua stirpe. Tutta la popolazione di Ériu venne spazzata via. Novemila persone: cinquemila uomini e quattromila donne. Morirono nella pianura di Senmág, la stessa dove aveva trovato la morte lo stesso Partholón, e quel luogo venne chiamato Tamlacht Muintire Partholóin «Epidemia della gente di Partholón» o Tamlacht Fer nÉrenn «Cimitero degli uomini di Ériu». Tutti morirono e sembra sopravvisse uno solo, certo Tuan mac Cairill, il quale, vivendo nei secoli in varie forme animali e poi rinascendo in epoca cristiana, avrebbe tramandato la memoria dell'invasione dei Partoloniani [VEDI].

Era l'anno 2820 dalla Creazione del Mondo.
I NEMEDIANI

1 - L'ARRIVO DI NEMED

Dopo la scomparsa della stirpe di Partholón, Ériu rimase disabitata per trent'anni prima che arrivassero le genti guidate da Nemed. Costoro erano greci originari della Scizia, una terra posta tra l'Asia e l'Europa.

Questa è la genealogia di Nemed. Nemed figlio di Agnoman figlio di Pamp figlio di Tat figlio di Sera, figlio di Srú, figlio di Esrú, figlio di Fraimint, figlio di Fáthacht (o Aithecht) figlio di Magog, figlio di Iafeth figlio di Noe.

Dunque Nemed apparteneva alla medesima stirpe di colui che l'aveva preceduto sul suolo di Ériu, Partholón figlio di Sera. I due rami della famiglia sembra si fossero separati ai tempi di Srú, sebbene alcuni storici affermino che Nemed fosse piuttosto discendente diretto di Partholón, pronipote di un figlio di questi, chiamato Adla.

Ma anche se appartenevano alla medesima stirpe, non poteva esserci differenza più grande tra Partholón e Nemed. Partholón era fuggito da Migdonia a causa dei suoi delitti, Nemed e i suoi compagni erano uomini liberi alla ricerca di una terra dove stabilirsi e vivere in pace.

Dopo essere partiti dalla Scizia, Nemed e i suoi uomini si erano diretti a settentrione. Alcuni dicono che avessero compiuto il lungo viaggio via terra, tenendo sulla destra i monti Urali. Ma è più probabile che fossero salpati con una flotta di imbarcazioni sulle acque del Mar Caspio, diretti a nord, per arrivare infine laddove le scogliere dei Monti Rifei segnano il limite settentrionale del mondo. Entrati nell'Oceano Boreale, i Nemediani avevano piegato ad ovest e, tenendo sulla sinistra la costa settentrionale d'Europa, erano giunti, dopo un anno e mezzo di navigazione, alle Isole Britanniche.

Quando già si profilavano all'orizzonte le scogliere di Ériu, i Nemediani avevano avvistato in lontananza un'immensa torre la cui cima si perdeva tra le nuvole. Questa sorgeva da un'isola rocciosa che si stagliava non lontano la costa di Ériu. Nella speranza di trovarvi un tesoro, i Nemediani si erano avvicinati a quegli scogli per cercarvi un approdo, ma d'un tratto si erano levate delle onde così alte e possenti che molte navi erano naufragate, mentre forti correnti avevano respinto le imbarcazioni superstiti lontane dall'isola e dalla sua torre.

Di una flotta di trentaquattro navi, ciascuna delle quali portava trenta uomini, soltanto quella su cui viaggiavano Nemed e i suoi parenti, approdò alle sponde di Ériu.

Era l'anno 2850 dopo la Creazione del Mondo, cioè 2348 anni prima della nascita di Cristo.

2 - I NEMEDIANI

Con Nemed vi erano la sua sposa Macha e i suoi quattro capitani, che erano i suoi stessi figli, chiamati Starn, Iarbonel Fáid il «Profeta», Fergus Leithderg dal «Fianco rosso» e Ainninn. Ciascuno di essi era a sua volta accompagnato dalla sua donna: Medu, Macha, Íba e Cera.

In tutto, il gruppo era formato da trenta persone. Da questo primo nucleo sarebbe disceso quel grande popolo che le cronache irlandesi avrebbero conosciuto come «Figli di Nemed» [Clanna Nemed] o Nemediani.

3 - MORTE DI MACHA

La prima dei Nemediani a morire sul suolo di Ériu fu Macha moglie di Nemed. Ella morì dodici giorni soltanto dopo lo sbarco. Era una veggente: previde in una visione le distruzioni che sarebbero risultate, in un lontano futuro, dalla Razzia del Bestiame di Cúailnge e il suo cuore si spezzò dentro di lei.

La località dove Macha fu seppellita prese da lei il nome di Árd-macha [Armagh]. In quel luogo, ventisette secoli dopo, Pátraic avrebbe fondato il primo luogo di culto dell'Irlanda cristiana.

4 - I NEMEDIANI MUTANO L'ASSETTO DI ÉRIU

Finché Nemed visse, il suo popolo godette di sicurezza e di prosperità.

Se i Partoloniani aveva dissodato quattro pianure, i Nemediani ne dissodarono dodici: Mág Cera, Mág nEba, Mág Cuile Tolad, Mág Luirg nel Connacht, Mág Tochair in Tír Éogain, Lecmág nel Múmu, Mág mBrésa nel Laigin, Mág Lugaid in Uí Tuirtre, Mág Seired nel Tethba, Mág Seimne nel Dál nÁraide, Mág Muirthemne nel Conaille, Mág Macha in Oirgialla.

Al tempo dei Nemediani si formarono inoltre altri quattro laghi: Loch mBrenainn [o Loch Cal] eruppe nella piana di Mág nAsail in Uí Nialláin; Loch Muinremuir in Mág Sola, presso la terra degli uomini del Laigin; e Loch Dairbrech e Loch nAinninn eruppero nella piana di Mág Mór nel Míde, il decimo anno dopo l'arrivo dei Nemediani in Ériu. Quest'ultimo lago prese il nome da Ainninn figlio di Nemed: si stava scavando una fossa per seppellirlo e si era già sul punto di deporvi la salma, quando le acque di una sorgente sotterranea eruppero dallo scavo e formarono il lago.

Come dice il poeta:

Quattro laghi dalle acque abbondanti
eruppero sulla grande terra di Fódla [Ériu]:
Loch Dairbrech, Loch mBrenainn dal dolce suono,
Loch Muinremuir, Loch nAinninn.

5 - MÍDE ACCENDE IL PRIMO FUOCO DI ÉRIU

Il primo fuoco fu acceso in Ériu al tempo dei Nemediani. Ad accenderlo fu il druida Míde figlio di Brath, e lo fece sulla collina sacra di Cnócc Úachtair Forcha, al centro preciso dell'isola. Quel fuoco rimase acceso per sei anni e da esso vennero in seguito accesi tutti i fuochi di Ériu.

Glil altri druidi considerarono l'accensione di quel fuoco come un insulto e si radunarono presso la collina per discutere la faccenda. Ma Míde mozzò la lingua a tutti, seppellì le lingue sotto la collina e su quella collina si mise a sedere tutto soddisfatto.

Sua madre disse allora: - Fieramente [uaisnech] tu siedi lassù questa notte.

Dalle parole della donna, la sacra collina di Cnócc Úachtair Forcha prese anche il nome di Uisnech Míde. E dal nome del druido venne quello dell'intera provincia del Míde, che è la provincia centrale di Ériu, futura sede dei Re Supremi d'Irlanda.

[Uisnech Míde è l'attuale Usney o Usnagh Hill, contea di Westmeath, nel Leinster, e corrisponde alla mitica Cnócc Úachtair Forcha, la collina regale posta al centro geografico dell'Irlanda. ]

6 - LOTTA CON I FOMORIANI

Al tempo in cui i Nemediani abitavano in Ériu, i Fomoriani scorrazzavano con le loro navi lungo le coste del paese, depredando e saccheggiando il popolo di Nemed.

I Fomoriani avevano la loro base in Tor Inís, un'isola rocciosa che si ergeva dinanzi alla costa nordoccidentale di Ériu, e tra quelle scogliere essi tenevano la loro flotta. Era la stessa isola che i Nemediani avevano scorto da lontano quando stavano per sbarcare in Ériu. La torre che vi sorgeva era la fortezza in cui dimorava i due temibili capi fomoriani, Conánn mac Febair e Morc mac Dela.

Per lungo tempo i Nemediani si opposero in tutti i modi agli assalti dei Fomoriani, e tra gli uni e gli altri si accesero una serie di scontri sanguinosi.

Una battaglia fu combattuta a Sliab Bádgna, e si concluse vittoriosamente per i Nemediani. Un'altra fu vinta da Nemed a Ross Frocháin nel Connacht. In quest'ultima caddero uccisi Gann e Gennann, due capitani fomoriani. Gann fu abbattuto da Starn figlio di Nemed, Gennann cadde per mano dello stesso Nemed.

Un'altra battaglia fu combattuta a Murbólg, a Dál Ríada, nell'Ulaid. Starn figlio di Nemed cadde per mano di Conánn mac Febair a Leithed Lachtmaige, ma anche questa volta la vittoria arrise ai Nemediani.

Particolarmente cruenta fu una battaglia che ebbe luogo a Cnám Ross nel Laigin, che si risolse in una vera e propria carneficina. Vi morirono Artur figlio di Nemed, che era nato dopo il loro arrivo in Ériu, e Iobcan figlio di Starn figlio di Nemed. Nonostante le gravi perdite, tuttavia, i Nemediani riuscirono a prevalere una volta per tutte. Pesantemente sconfitti, i Fomoriani furono resi schiavi.

7 - COSTRUZIONE DELLE FORTEZZE REALI

Nemediani testimoniarono la loro vittoria costruendo due fortezze reali [ríográith]: Ráth Cinneich nel Uí Nialláin e Ráth Cimbaeth nel Seimne.

La costruzione di Rath Cinneich fu portata a termine da quattro schiavi fomoriani. Si chiamavano Boc, Roboc, Ruibne e Rotan, ed erano i quattro figli di Madán Muinremar. Nemed li obbligò a costruire la fortezza nel volgere di un solo giorno e all'alba del giorno successivo li fece uccidere per paura che distruggessero ciò che avevano appena edificato. In Dáire Lige i quattro fratelli furono uccisi e nello stesso luogo furono sepolti.

Ma poiché tra i Nemediani non vi erano re, ci si è chiesti per chi essi avessero innalzato le due fortezze reali. Alcuni storici pensano che essi le avessero costruite non per loro stessi, ma per i loro lontani discendenti, che un giorno sarebbero tornati in Ériu per portarvi l'istituzione della regalità. Dunque i Nemediani avevano già previsto la venuta di questi popoli futuri e avevano provveduto ad onorarli donando loro le due fortezze di Ráth Cinneich e Ráth Cimbaeth.

8 - MORTE DI NEMED

Dodici anni dopo l'arrivo dei Nemediani, scoppiò in Ériu una terribile pestilenza nella quale morì Nemed insieme a tremila persone del suo popolo, uomini e donne.

Nemed si trovava nel Múmu quando la pestilenza lo uccise. Morì sull'isola di Oiléan Mór an Barraig, che poi venne anche chiamata Oiléan Árd Nemed, nel Crích Líathan (il futuro territorio dei Uí Líathan).

9 - SCHIAVITÙ DEI NEMEDIANI

Finché Nemed era rimasto in vita, i Fomoriani non avevano osato ribellarsi. Ma quando il capo dei Nemediani scese nella tomba, essi decisero che era giunto il momento della riscossa e si levarono in armi contro i loro padroni.

I Nemediani, essendo i loro capi e i migliori campioni periti nelle battaglie e nell'epidemia di cui è stato detto, vennero presto sopraffatti. Da signori dell'isola divennero sudditi dei Fomoriani, i cui capi Morc mac Dela e Conánn mac Febair si rivelarono ben presto duri e spietati sovrani. Dalle scogliere rocciose di Tor Inís, dove si levava la Torre di Conánn, essi tenevano soggiogato il popolo di Ériu.

Fu una triste schiavitù, quella dei Nemediani. Ogni anno, alla vigilia di Samain, dovevano consegnare ai Fomoriani i due terzi del grano, del latte e della primogenitura. La consegna dei tributi avveniva in una radura posta tra il Drabaois e l'Erne, che per questo venne chiamata Mág Cétne, «Stessa pianura». Da ogni famiglia venivano consegnate ai Fomoriani una misura colma di crema di latte, una misura di farina di grano e una di burro, che venivano portate a Morc e Conánn in Tor Inís. Non si osava più lasciar scorgere il fumo dal tetto in nessuna casa.

Fu per questo che i Fomoriani si guadagnarono questo nome, che in gaelico significa «Coloro che vengono dal mare», perché dalla loro isola si arricchivano a spese della popolazione di Ériu.

10 - LIAG LA SATIRISTA

Mentre i Nemediani soffrivano sotto il gioco dei Fomoriani, una donna chiamata Liag viaggiava da un capo all'altro di Ériu per ricordare ai figli di Nemed quanto fosse duro e ingiusto il tributo che i Fomoriani avevano imposto loro, e lo faceva recitando questi versi:

Il tributo che è stato qui stabilito,
tre misure che non sono proprie scarse:
una misura di crema di buon latte,
e una misura di farina di grano,
il terzo obbligo, crediamo sia pesante,
una misura di burro come condimento!

In questo modo, ella teneva viva nel cuore dei Nemediani la scintilla del risentimento, non cessando di ricordare loro quanto fosse vergognoso per un popolo libero sottomettersi a una così triste sudditanza.

11 - RIVOLTA DEI NEMEDIANI

La tassa ignominiosa, causa di miseria, finì per scatenare lo sdegno dei Nemediani.

Riuniti in assemblea, i Nemediani deliberarono di recarsi in Tor Inís, dove si trovava la grande flotta dei Fomoriani, e di dar battaglia se non fosse stato alleviato il tributo. Li guidavano Fergus Leithderg figlio di Nemed, Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed, ed Érglann figlio di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed, con i suoi due fratelli, Manntán e Iarthacht. Trentamila per mare e trentamila per terra furono i Nemediani che parteciparono alla spedizione, oltre alla plebe che portarono con loro allo scopo di accrescere le file dell'assembramento.

Insediatisi davanti alle spiagge di Tor Inís, i Nemediani mandarono Alma Aonfiachail «Unico dente» alla Torre per chiedere a Conánn mac Febair una delazione che consentisse loro di pagare il tributo alla fine di tre anni. Ma Conánn si sdegnò del messaggio ed Alma tornò a riferire come non avesse ricavato alcun profitto da quel viaggio. I Nemediani lo indussero a ripresentarsi per chiedere a Conánn un rinvio di un solo anno: gli illustrasse la loro povertà e l'impossibilità di mettere insieme l'onerosa tassa annuale, aggiungendo la promessa di una completa remissione al termine della scadenza concessa. Se poi non avesse ottenuto la dilazione, proclamasse la guerra. I Nemediani preferivano cadere tutti insieme: uomini, donne e fanciulli, piuttosto che patire ancora la grande miseria.

- Ve lo concedo - fu la risposta di Conánn, - a condizione che non vi separiate fino alla scadenza fissata. Se a quel termine non avrete pagano il tributo, io ed i miei fomoriani vogliamo che vi raduniate in un unico posto affinché vi si possa distruggere tutti!

12 - ASSALTO ALLA TORRE DI CONÁNN

Nemediani accettarono le condizioni. Mandarono intanto messaggeri in Scizia per chiedere soccorso ai loro antichi compatrioti.

Regnava in Scizia Smol mac Esmol, la cui figlia Relbeo era madre di Fergus Leithderg ed Alma Aonfiacail. Non appena essi appresero della situazione in cui si trovavano i figli di Nemed, misero in mare un'enorme flotta che fece subito vela per Ériu. Della spedizione facevano parte non solo valenti guerrieri, ma anche potentissimi druidi d'ambo i sessi, più animali pericolosi come volpi, lupi e maiali velenosi. La flotta gettò le ancore presso Tor Inís e venne intimato a Conánn mac Febair di concedere la libertà al popolo dei Nemediani, altrimenti sarebbe stata la guerra. I messaggeri inviati a Conánn ritornarono riferendo che il capo dei Fomoriani era pronto a combattere.

Ma la principessa Relbeo, che si era unita alla schiere, con le sue arti druidiche cambiò il suo aspetto in quello di una concubina di Conánn e, penetrata nella torre, si mescolò alle amanti del capo fomoriano e così poté spiare i piani di Conánn. Su suo consiglio, i Nemediani costruirono intorno alla Torre di Conánn un muro alto e solido, quindi scatenarono gli animali velenosi contro i Fomoriani. L'impeto di quegli animali strani e pericolosi aprì una serie di brecce in ogni acquartieramento e sulla loro scia vennero all'attacco i Nemediani.

Conánn, che riteneva un'ignominia non affrontare faccia a faccia i propri nemici, si gettò fuori con i suoi squadroni. Pensava fosse più facile dar battaglia in campo aperto che attendere che lupi e maiali penetrassero nella torre attraverso le mura distrutte. Quando gli attaccanti li videro uscire allo scoperto, legarono le bestie velenose e, lasciata una guardia a sorvegliarli, procedettero alla battaglia. Fergus Leithderg si mosse per impegnare personalmente il possente Conánn. Questi non poté rifiutare: feroce fu lo scontro ma alla fine il capo fomoriano cadde ucciso.

L'assedio si protrasse a lungo poiché i druidi di entrambi le schiere opponevano incantesimo a incantesimo. Molti valorosi guerrieri caddero dall'uno e dall'altra parte, ma alla fine, con uno sforzo disperato, i Nemediani ebbero la meglio sui loro nemici. Circondarono e massacrarono tutti i Fomoriani: non uno di essi riuscì a fuggire.

Dopo essere stata depredata, la Torre di Conánn fu data alle fiamme e le donne e i fanciulli fomoriani perirono nel rogo.

13 - LA RISCOSSA DEI FOMORIANI

Mentre la Torre di Conánn bruciava, i Nemediani festeggiavano la vittoria e spartivano tra loro il bottino. Quando, ecco, tre ventine di navi fomoriane comparverso sul mare. Le comandava Morc mac Dela, che era corso in Africa a chiedere soccorso alla gente del suo popolo ed ora, benché tardivamente, giungeva a dare manforte a Conánn mac Febair. Morc apprese con dolore della morte di Conánn e mosse contro i Nemediani ben deciso a vendicarlo.

Benché stanchi, i Nemediani accorsero alla battaglia, risoluti a non tollerare oltre la presenza dei Fomoriani sul suolo di Ériu. Le due flotte si incontrarono sul mare e gli uomini presero a battersi ferocemente. La battaglia si trasformò in un'orribile carneficina ed era così grande l'accanimento dei contendenti, che nemmeno si avvidero della gigantesca ondata di marea che li sovrastava da ogni lato. Ma anche se l'avessero vista, non avrebbe fatto alcuna differenza: lottavano tutti con tale trasporto che nessuno avrebbe potuto staccarsi dall'avversario. Fu così che l'ondata travolse le due flotte e tutti perirono.

Si salvò dal cataclisma soltanto un vascello dei Nemediani con trenta persone a bordo.

Era l'anno 3066 dopo la Creazione del Mondo, cioè 2132 anni prima della nascita di Cristo.

Così Eochaid úa Flainn scrisse su questi fatti:

L'assalto alla Torre di Conánn, grande evento,
contro il grande Conánn mac Febair:
gli uomini di Ériu vi andarono,
tre nobili principi con loro.
Tre volte ventimila dalle imprese brillanti,
sulla terra e sopra il mare,
il numero dei Nemediani
partiti ad assaltare la torre.
Il temibile Conánn mac Febair
cadde per mano del valoroso Fergus;
poi giunse Morc mac Dela,
chiamato per dare soccorso.
Conánn però era già caduto:
fu per Morc dolorosa notizia.

Tre volte venti navi sul mare
la flotta di Morc mac Dela;
la circondarono prima che toccasse la riva
i Nemediani, forza splendente.
Gli uomini di Ériu scesero tutti in battaglia,
dopo la venuta dei Fomoriani;
tutti li inghiottì l'onda del mare,
solo tre volte dieci ne risparmiò.

L'assalto alla Torre di Conánn, grande evento,
contro il grande Conánn mac Febair:
gli uomini di Ériu vi andarono,
tre nobili principi con loro.

14 - IL DESTINO DEI NEMEDIANI

uecentosedici anni i Nemediani erano rimasti in Ériu, dal loro arrivo alla distruzione della Torre di Conánn.

I trenta nemediani sopravvissuti si spartirono Ériu in tre parti, ciascuna sotto la sovranità di un capitano. A Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed toccò il terzo da Tor Inís al fiume Bóann. A Semeon Brecc il «Maculato» figlio di Starn figlio di Nemed, il terzo dal Bóann a Belach Conglais. A Britán Maol figlio di Fergus Leithderg figlio di Nemed, il terzo da Belach Conglais a Tor Inís.

Ma la vita non era facile per i pochi sopravvissuti. Le epidemie li falcidiavano. E come se ciò non bastasse, i Fomoriani erano ritornati e tutti vivevano nel terrore di una loro vendetta.

15 - MORTE DI FERGUS LEITHDERG

Fergus Leithderg e ventiquattro dei suoi figli morirono avvelenati. Chi preparò per loro la bevanda mortale fu Dreco ingen Chalchmáel, poetessa e druida. Il monte su cui essi perirono prese il nome di Nemthen, «Veleno Possente».


[nda* Nemthen è il monte Nephim, nella contea di Mayo.]


16 - COLORO CHE PARTIRONO

Tra le epidemie e la minaccia fomoriana, la vita dei Nemediani in Ériu era divenuta insostenibile. Fu così che essi decisero di lasciare l'isola di Ériu e di riprendere le vie del mare.

Alcuni dei Nemediani, tuttavia, non vollero lasciare le loro case e preferirono rimanere in Ériu piuttosto che tentare l'avventura in altri paesi. Rimase a guidarli Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed, coadiuvato da dieci guerrieri che vennero scelti per rimanere sull'isola. Beothach purtroppo morì per una delle frequenti epidemie che imperversavano sull'isola.

Intanto coloro che avevano deciso di partire si adoperavano alla costruzione delle navi. Sette anni durarono i preparativi della partenza. Approntata una flotta, i Nemediani si divisero in tre parti, ogni gruppo agli ordini di un capo. Le navi salparono dalle sponde di Ériu, e preso il mare, la flotta si divise in tre parti e ogni flottiglia prese una direzione diversa. Tra navi, vascelli e piccole barche, si dice fossero in tutto centotrenta imbarcazioni.

Semeon Brecc, figlio di Érglann figlio di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed, volse le prue a sud e riportò il suo gruppo di uomini in Grecia, senza sapere che andavano incontro a un destino di schiavitù.

Ibáth, figlio di Beothach figlio di Iarbonel Fáid figlio di Nemed, girò la prua verso nord e si recò a settentrione. Non si sa di certo quali isole abbia trovato nei freddi mari boreali. Alcuni dicono che i suoi discendenti si siano insediati in una terra chiamata «Boezia», dove coltivarono le arti druidiche e diedero vita a un grande popolo di maghi e guerrieri.

Il terzo gruppo girò invece la prua ad est. Érglann e Manntán e Iarthacht, i tre figli di Béoan figlio di Starn, volsero le prue ad est e si diressero a Dobar e Iardobar, nel nord di Alba [la Scozia]. La loro posterità si stabilì in quelle terre, finché i Crutheni [i Pitti] giunsero a loro volta in Alba da Ériu, costringendoli a lasciare il paese. Dello stesso gruppo faceva parte Britán Maol figlio di Fergus Leithderg, il quale sbarcò più a sud, in quella terra che da lui prese il nome di Britannia. Da lui discesero i Britanni, che popolarono quel paese ed erano ancora là ai tempi dei Romani, finché Hengist e Horsa, i due figli di Guictglis re dei Sassoni, non vennero a sottometterli respingendoli verso le spiagge occidentali.

Un antico poeta così canta:

Generoso figlio di Fergus Leithderg,
tutti i Britanni, vittoria con gran fama,
da lui senza eccezione discesero.

Ed altri poeti confermano con questi versi:

Britán Maol, figlio del guerriero,
nobile discendenza sortì da lui,
figlio di Leithderg da Lecmág
da cui discendono i Britanni nel mondo.

Quei pochi tra i Nemediani che erano rimasti in Ériu, tornarono ben presto a soffrire sotto il giogo dei Fomoriani. Fu una lunga e triste schiavitù, che ebbe fine soltanto quando giunse in Ériu a liberarli il popolo dei Fir Bólg.

17 - COLORO CHE TORNARONO

Si ricorderà che i Nemediani avevano costruito le due fortezze regali di Ráth Cinnech e Ráth Cimbaeth non per loro, ma per quei loro lontani discendenti che avrebbero portato in Ériu l'istituzione della regalità. Si dice anche che delle dodici pianure dissodate, solo un terzo fosse destinata per sé stessi: i rimanenti due terzi ognuno per ogni gruppo di discendenti di cui si preparava la venuta.

E in effetti, dai tre sparuti gruppi di fuggiaschi che avevano lasciato Ériu, sarebbero discesi altrettanti popoli forti e fieri. Di questi popoli, due erano destinati a tornare in Ériu per invaderla e colonizzarla ancora una volta.

Dal gruppo di Semeon Brecc , figlio di Érglann figlio di Béoan figlio di Starn figlio di Nemed, che aveva fatto ritorno in Grecia, discese una forte e fiera posterità, il popolo dei Fir Bólg. Costoro tornarono in Ériu per conquistarla.
Settanta anni e duecento
è questo il computo, senza esagerare,
da quando Nemed venne dall'est
sopra il mare con i suoi figli,
a quando i discendenti di Starn vennero
dalla Grecia, severi e terribili.

I discendenti di Ibáth, che si erano stabiliti nelle regioni settentrionali del mondo, divennero un popolo di valenti guerrieri e di sapienti druidi. I Túatha Dé Dánann, i quali erano a loro volta destinati a ritornare in Ériu per strapparla ai Fir Bólg e per chiudere una volta per tutte il conto con i Fomoriani.


Primaflora, il saggio dalla doppia personalità
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