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Trattato di Storia dei Popoli I Vikinghi

Ultimo Aggiornamento: 29/03/2010 22:06
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29/03/2010 22:06

TRATTATO DI STORIA DEI POPOLI :


I VICHINGHI

Origine


I vichinghi sono detti anche runii o runici, perchè utilizzano le Rune. Si tratta di testi che richiamano le incisioni usate dai Germani. Runa significa sussurrare. Si tratta dunque di massime che contengono dei significati di guida e di esempio per la popolazione vichinga.
Un antico detto nordico dice:
"Un uomo non dovrebbe incidere le Rune se non è in grado di leggerle correttamente, perché più di un uomo è caduto su un'asta runica poco chiara. Ho visto 10 aste runiche intagliate su un osso di balena raschiato che prolungavano ulteriormente una lunga malattia".

I primi avvistamenti dei Vikinghi avvennero nel lontano 700 d.C. e furono il risultato di una fusione tra celti e popoli orientali.
Nella Svezia meridionale abitavano i Gauti , di origine germanica-slava. La Finlandia era abitata dai Finni, mentre i paesi baltici dai Balti, di origine slava. A sud della Danimarca è presente la Sassonia, abitata dai Sassoni, la Frisia, il regno Franco, la regione degli Slavi; più a sud si identificano i Bulgari .
La prima presenza vichinga registrata nei documenti storici è datata nel 795, quando alcuni soldati vichinghi assalirono il monastero di Lindisfarne, saccheggiandolo ed uccidendo alcuni monaci.
Circa l'etimologia della parola "vichingo" vi sono varie ipotesi, nessuna delle quali ha trovato riscontro. Il termine anglossassone wic e quello franco wik significano mercato e richiamano l'attività prevalente di questo popolo. Vik è anche il nome di una provincia norvegese, mentre con il termine vik si identifica la baia. Spesso compare la parola viking, termine riferito ad un'attività di pirateria.
I vari popoli chiamavano i vichinghi in vario modo: per i franchi, erano i normanni; per gli irlandesi erano i lochlannach; per i germani erano gli ascomanni; per gli slavi erano i ruotsi; gli arabi gli avevano dato l'appellativo di madjus.


Religione

La religione vichinga presenta numerose commistioni con il mondo reale vissuto da questo popolo nordico. Vi sono infatti numerosi riferimenti alla vita quotidiana ed agli elementi naturali che accompagnavano la popolazione. Sicuramente essa ha subito delle influenze celtiche, quindi indoeuropee con origini relative all’area scita-iranica.

LE RUNE

I sacerdoti vichinghi, o rusii, erano detti attiba e svolgevano i riti sacrificali durante le cerimonie. Questi avevano luogo all’aperto, in pieno stile celtico, e venivano costituiti da sacrifici animali ed umani, i cui cadaveri erano esposti appesi ad alberi. Questa pianta, che richiamava le pietre megalitiche su cui venivano apposte scritture runiche, rappresentava la continuità tra la terra ed il cielo, luogo di residenza degli dei.

Il poema Voluspa

ci racconta come è avvenuta l’origine del mondo e come era fatto il mondo degli dei. Il primo essere animato a comparire fu il gigante Ymir, nato dallo scontro tra il ghiaccio del mondo settentrionale, detto Niflheim, ed il fuoco del mondo meridionale, detto Muspelheim.
Ymir abitava nella Terra di Nessuno ed ebbe come compagna una mucca, Audumla. Da questi nacque la prima coppia di giganti che ebbero come figlia Bestla. Questa si unì a Bor, nato da Audumla.

Dai due nacquero Odino, Vili e Ve, che uccisero Ymir e fecero il mondo. Con il cranio del gigante fu fatta la volta celeste, con il cervello le nuvole, con il sangue il mare e con la carne e le ossa la terra. Essi andarono ad abitare tra il cielo e gli inferi, nel Midgard (Terra di Mezzo), mentre ai giganti assegnarono l’Utgard (Terra alla Periferia).
Gli dei risiedevano nell’Asgard, dove c’era una sala enorme, ove si poteva fumare, bere idromele, giocare a scacchi e da cui potevano osservare il mondo. Nella sala inoltre si trovava un enorme frassino che aveva le radici negli inferi e la sommità nel cielo. L’Asgard era unito con il Midgard da un ponte bellissimo.
Gli dei soffiarono in un albero e nacquero i primi esseri umani: Askr ed Embla, alla cui prole affidarono il mondo.
L’Olimpo nordico, il Valhalla, era continuo teatro di lotta tra due famiglie divine: gli Asen, che detenevano il governo, e i Vanen che avevano guadagnato il rango attraverso le battaglie vinte. Il Valhalla era abitato anche dagli eroi caduti in battaglia e dalle Valchirie, vergini da combattimento e cameriere degli dei, che proteggevano il regno degli dei.
Nell’ambito degli Asen ricordiamo alcune delle seguenti divinità:
Odino, venerato come Wotan dai germani, signore dell’Asgard. Risiedeva su un trono intagliato ed ai piedi sedevano due lupi, Geri e Freki. Era considerato signore del cielo, don giovanni, duce nelle battaglie con il suo cavallo Sleipnir, dio dei morti, poeta, mago, conoscitore dei misteri. Quest’ultima caratteristica costò un’occhio al dio, perché aveva dato uno sguardo alla fonte della conoscenza. Da quel momento egli verrà sempre rappresentato con un mantello ed un elmo che gli copre un occhio. E’ comunque un personaggio cupo e malinconico, amante della poesia e della musica.
Frigg, moglie di Odino.
Thor, conosciuto come Tur dai normanni, il dio più venerato dai nordici, perchè era vicino alle loro esigenze e non appariva aristocratico come Odino. Uomo possente, con la barba rossa, dimorava in un palazzo di 140 sale, mangiava molto e beveva barili di idromele. Facilmente irritabile, aiutava molto i contadini e tutti i lavoratori, nonché i marinai. Era reso invincibile da una cintura che gli raddoppiava la forza, guanti di ferro ed un martello di ferro, detto Mjolnir. Era molto venerato presso i runii, anche più di Odino: essi si chiamavano i figli di Thor. Ne sono prova i santuari di Uppsala e Trondheim. Ancora oggi nello sport ne sopravvive la leggenda attraverso la disciplina olimpica del lancio del martello.
Tyr, presidente dell’assemblea dell’Asgard. Molto venerato in Danimarca. Veniva invocato nei Thing, durante la stesura dei contratti, nei matrimoni e nei tornei.
Loki, personificava il male. Era conosciuto come "mezzo dio e mezzo diavolo", a cui ci si rivolgeva per avere idee malvagie. Venne adottato nell’Olimpo perché fratello di Odino. Aveva come figli: Hel, dea degli Inferi; il serpente del Midgard, che neanche Thor aveva sconfitto; Sleipnir, lupo di Odino. Senza cuore e senza morale, venne tollerato fino a che uccise il dio buono Baldr. Da questo momento venne incatenato ad una rupe.
Baldr, era l’esatto contrario di Loki. Tutti gli esseri viventi avevano giurato di non fargli male. Rappresentava la bontà e la purezza.
Tra gli Asen ricordiamo:
Njord, l’anziano della famiglia. Comandava al vento, alla pioggia. Proteggeva gli uomini.
Skadi, moglie di Njord. Era la Diana nordica, amava la caccia tra i boschi e portava gli sci.
Freyr, capo della famiglia. Si interessava di tutti i bisogni dell’uomo ed era amante della magia. Era venerato come dio della fecondità, rivestendo un ruolo fondamentale presso i vichinghi.
Freyja, sorella di Freyr e capo delle Valchirie. Assegnava il posto alla tavola del Valhalla ai dei appena arrivati. Dea dell’amore e della bellezza, si intratteneva con qualche dio guerriero.
L’Olimpo divino non è destinato a sopravvivere a lungo. La perfidia e la menzogna fanno in modo che Loki possa operare e liberare le sue terribili creature. Il Valhalla diventa un accampamento militare. Vi sono numerose battaglie che producono l’effetto di sterminare tutti gli dei. Sopravvivono solo Baldr, che risorgerà dalla cattiverie di Loki, Vali, Vidar e Hodr (tre figli di Odino). Essi riporteranno ordine nel caos e nascerà un modo di amore e bontà.




Baldr richiama i concetti orientali di resurrezione e di rinnovamento. La lotta tra Asen e Vanen si riallaccia alla struttura sociale runica. Essa richiama la lotta tra la classe aristocratica, detentrice del potere, e quella contadina che ne vorrebbe di più.
Per i vichinghi il mondo è il palcoscenico della magia. Credono di essere guidati da esseri arcani e avversati da spiriti maligni, spesso veicolati dal sangue, segno di incantesimo. Pensano che nei capelli e nelle unghie, come in tutte le parti sporgenti del corpo, si cela una fonte inesauribile di energia. Credono che le mani abbiano un immenso potere taumaturgico. Spiriti buoni proteggono i pascoli ed i raccolti.
Numerose le presenze di elementi naturali nella religione: cavalli, lupi, draghi e leoni accompagnano gli uomini nelle saghe e nelle leggende. La testa di tutte le navi vichinghe ha un animale rappresentato che guidava l’equipaggio nella difficile vita sul mare.

Elfi e gnomi abitano i boschi e regnavano nella notte, apportando sventura e paura, nonché tempeste e terremoti. Alcune donne, le Disen, proteggono dai malanni e dalla morte e vengono venerate in pubbliche feste.
Il solstizio d’inverno e il solstizio d’estate sono le feste più seguite. In particolare il primo è visto come simbolo di rigenerazione, di vigore, di forza nel combattimento, della fecondità. Si offrono doni agli dei, spesso sacrificali, condividendo in alcuni casi il sangue, in base ad uno stile dionisiaco; ci si ubriaca e si mangia in abbondanza.

I guerrieri caduti in battaglia sono raccolti negli Inferi, dove regna la dea Hel, che gestisce un’enorme camera che porta il suo stesso nome. I marinai morti in mare vengono raccolti nella rete dalla dea Ran. Possono salire al cielo solo gli eroi e chi si è comportato secondo le leggi della società. In questo caso si crede che il defunto, una volta morto, sale su un cavallo sacro ed entra nel Valhalla, dove viene accolto dalle Valchirie.
I morti vengono inumati in camere di varia forma e di varia ricchezza, a seconda della condizione sociale del defunto. Se il defunto era un nobile, viene accompagnato nel suo viaggio eterno dalla moglie o anche da servi volontari, che vengono uccisi in apposite cerimonie.
Alcune camere hanno la forma di una nave; spesso i cadaveri vengono deposti in barche che vengono poi bruciate. Anche le pietre tombali sono poste a forma di nave, per richiamare il profondo legame che unisce questo popolo con il mare.


La società vichinga si basa sul concetto della centena(estensione del terreno di circa 100 hugen, cioè 3.000 iugeri).
Una centena svedese, ad esempio, comprendeva 12 villaggi. La centena era retta dall’hersir, capo politico-amministrativo incaricato del popolo attraverso il Thing.
L’unità immediatamente superiore raggruppava varie centene (dieci, otto, quattro….). Si trattava dello jarl, termine che significa "uomo di prestigio" che designava i capi dei piccoli reami che dal principio segnavano la civiltà runica, i cui rappresentanti erano i comandanti delle temibili truppe nordiche.
Nel corso del tempo i piccoli reami lasciano il posto ad un’unità nazionale. I funzionari popolari sono sostituiti da agenti reali.
Le figure dell’hersir e dello jarl scomparvero, mentre rimane il ruolo della centena.
Si giunse così all’unità dei tre paesi runici:
872, Aroldo Bellachioma conduce all’unità la Norvegia, costituita in precedenza da numerosi jarl, che si identificavano in fiordi o baie;
950, Gorm il Vecchio porta avanti l’opera di Gottrik ed unifica la Danimarca;
970, la famiglia degli Ynglinge unifica la Svezia, composta da tre jarl.
Anche l’Islanda passò da una forma di governo repubblicana ad una oligarchica, sempre di più sotto il controllo di un’aristocrazia locale. Dunque i popoli nordici si rivelano come inclini alla sottomissione, all’organizzazione ed alla pianificazione. I vichinghi inoltre, accanto al loro temperamento sanguigno e bellicoso, mostrarono grandissime doti manageriali.
L’elemento fondamentale della società runica è la Sippe. Questo termine richiamava il concetto di famiglia, di comunità. Era tale mini-assemblea a stabilire le regole a cui ogni membro doveva sottostare.

Le regole degli antichi valide ancora oggi


Tipico è il caso dei matrimoni, considerati come veri e propri contratti stipulati ad interesse delle famiglie.
In tutte le cose che riguardavano la comunità si considerava l’aspetto pratico, finalizzato alla sopravvivenza degli individui in un ambiente reso duro dalle condizioni naturali. Chi è fuori della Sippe, non ha alcuno peso sociale. Essa aveva anche un significato religioso che accomunava un certo numero di individui.
Presso i runici è innato il senso della proprietà. Questo si riflette moltissimo sui servi, che costituivano lo stato più popolato della struttura sociale. Questi appartengono al signore, che può disporre della loro vita e di tutto quello che li riguarda. Spesso i servi si occupano dell’educazione dei giovani.
La presenza di numerosi schiavi, il cui valore sociale è ancora più inferiore di quello dei servi, testimonia il fatto che la società vichinga ha compiuto numerose conquiste e sottomesso altri popoli.
Vi sono poi i contadini liberi, la cui forza viene data loro dalla proprietà che hanno. Essi possono partecipare alle assemblee e votare.

In realtà la società runica si fonda sulla contrapposizione tra contadini ed aristocratici. Di questa situazione seppero approfittare alcuni signori che costituirono la monarchia.
Un ruolo importante nella società spettava ai militari, che non costituivano un esercito regolare, ma erano un gruppo di uomini che rispondevano alle esigenze sociali, economiche e religiose della propria comunità.
Vi è anche una classe sacerdotale che gestisce un fortissimo potere a livello di Sippe, presiede tutte le cerimonie e, spesso, controllava la maggior parte dei contratti.
La donna svolgeva un ruolo fondamentale. L’uomo spesso era in mare o in guerra, per cui era lei che comandava nella casa. Fedele, rimaneva all’interno della Sippe fino al giorno del matrimonio. Successivamente gestiva il controllo di tutte le attività domestiche. Inoltre, secondo un costume celtico, incitava l’uomo in battaglia, infondendo coraggio. Rimaneva separata dall’uomo durante le cerimonie religiose. Quando l’uomo invecchiava, si ritirava da tutte le attività e diventava dispensatore di saggezza, mentre era la donna che continuava a gestire il potere.

L’età dello svezzamento per la società è di circa 12 anni. Già a questa età l’uomo deve pensare al suo futuro ed avere molti figli, perché costituiscono mano d’opera per la sua casa.
L’uomo ha il potere di riconoscere il proprio figlio il giorno della nascita, mettendolo sulle ginocchia, altrimenti, se questi è deforme oppure è femmina, può scartarlo. Hanno comunque un peso maggiore i figli legittimi rispetto agli altri, anche perché era ad essi ed in particolare al primo che veniva lasciata tutta l’eredità familiare.


Attività

Il popolo vichingo è noto per lo più per il suo carattere bellicoso, ma sicuramente ha espresso altre caratteristiche. Per quanto riguarda il primo aspetto è evidente che aveva sviluppato un’attività bellica, che lo ha reso invincibile per molti secoli. Non era costituito da un esercito organizzato e regolare. Nel rispetto del costume celtico, tutto era basato sul vigore e la potenza, con strategie molto semplici. Solo negli ultimi anni del loro dominio si sviluppò una regolarità nell'organizzazione dell'esercito, motivata dalla nascita e comparsa delle prime signorie nordiche.
L’elemento di forza era l’assalto via mare, attraverso il quale sono diventati pericolosi predoni. Possedevano delle barche potenti ed agili nelle manovre, con cui potevano risalire i fiumi.

Bravi agricoltori, devono fare i conti con le condizioni climatiche delle isole nordiche. Producono mele, da cui traggono l’idromele, la bevanda preferita, cipolle, vegetali.

La loro alimentazione è molto varia (carne, minestre, pesce..), Allevavano pecore e mucche. Queste ultime sono presenti anche nel Valhalla, dunque rappresentavano un elemento fondamentale per l’uomo. Al nord della Scandinavia si allevavano renne, secondo l’usanza dei sami.

Nella società civile il potere è dato dalla quantità e qualità del bestiame che si possiede.
Bravi artigiani, sanno lavorare i metalli, le cui materie prime sono importate. Lavorano utensili e suppellettili. Presso ogni villaggio o fattoria vi è un’officina.

Nelle decorazioni svilupparono tre cosiddetti stili animali, dove la natura assume un ruolo ispiratore. Le figure appaioni realistiche e stilizzate. Un elemento rappresentato frequentemente è il leone, simbolo di forza. Questi è noto con il termine di grifone vichingo , che caratterizzerà numerose navi.

Il terzo stile è detto Vendel-E. Si tratta di una sorta di figura rappresentata con numerosi particolari.
Presso il villaggio danese di Oseberg si trova una buona scuola artistica.
Numerosi sono gli stili artistici identificati presso i runici:

stile Borre : elementi lignei con guarnizioni metalliche;
stile Jelling : elementi zooformi con argento;
stile Mammen : elementi naturali ed animali dalle dimensioni dilatate;
stile Ringerike : elementi floreali numerosi;
stile Urnes : linee flessuose sui particolari.

Ovunque si registra la presenza di elementi naturali, in quanto il vichingo ama immergersi nella natura


Le armi accompagnano i vichinghi nell'arco della loro vita: giavellotti, lance, spade, asce, scudi.

Anche in questo settore si riflette l'attività artistica. Le spade, gli scudi ed altre armi sono decorate con elementi che richiamano la natura. Numerose erano le raffigurazioni animali che hanno lo scopo di aiutare l'uomo nella battaglia.
Dal punto di vista urbanistico le città appaiono simili a dei villaggi di capanne, ove gli animali convivono con gli uomini in un’unica stanza soprattutto per una questione termica. Le case hanno un fuoco al centro delle stanze che diffonde fumo dappertutto.
Non vi sono finestre, l’unico ricambio di aria avviene quando si apre la porta. Soprattutto al nord, le case sono costruite in pietra, con stanze diverse. Gli animali trovano ricovero in un altro edificio.

L'antica legge del Thing

I vichinghi svilupparono un sistema legislativo che non era all’avanguardia, ma comunque superava la legge del taglione vigente in quel momento in altre culture.
Era il Thing che stabiliva il corrispettivo in denaro da pagare per un reato. In alcuni casi veniva decretato l’esilio, come nel caso di Erik il Rosso che, esiliato dall’Islanda, scoprì la Groenlandia. Spesso si era autorizzati alla vendetta, come nel caso in cui veniva ucciso un signore: il figlio poteva vendicarlo uccidendo un parente dell’assassino. Si innescava un meccanismo di faide e stragi senza fine.
Dunque non siamo di fronte ad una società civile, basti pensare a certi usi e costumi, ma ci avviamo verso la civiltà occidentale. Il grande merito dei runici è l’aver permesso la nascita di uno stato unitario.

I tipi di imbarcazione

Tra le imbarcazioni impiegate ricordiamo:


- le sniggen : moderni incrociatori veloci(100 uomini di equipaggio - 20 doppi remi);
- le skeidhs : navi di linea delle flotte guerriere;
- i draken o drakkare : le navi con il drago.

Tutte le navi da guerra terminavano in punta a prua come a poppa
Ricordiamo inoltre che le imbarcazioni sono dotate di forti e robuste vele, adatte a fronteggiare i tempestosi mari nordici.
Nella navigazione i marinai utilizzano degli strumenti che si basano sull'altezza del sole e sulla sua posizione.


La lingua

La lingua scritta più diffusa soprattutto nelle saghe è il runico.
Si trattava di incisioni che richiamavano l'intaglio impiegato per la scrittura germanica. In particolare riconosciamo:
- la runa comune usata in Danimarca, Svezia occidentale, Norvegia orientale;
- la runa norvego-svedese , Svezia orientale, Norvegia meridionale ed occidentale, colonie norvegesi;
- l'alfabeto-Helsinge , Svezia settentrionale.

Questi vengono impiegati per lo più nelle scritture importanti e nei documenti ufficiali.


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