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Biblioteca di Angarid Luogo di Scienza e Sapienza delle Terre Invisibili
 
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La Genesi delle Terre Invisibili

Ultimo Aggiornamento: 30/10/2010 12:23
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Sesso: Femminile
30/10/2010 12:23

Storia delle razze e divinità di Terre
Pantheon Divinità delle Terre
Gea (chiamata Elynrien dagli elfi)

- Neimor (divinità femminile. Destino, dolore, morte)

- Erinor (divinità maschile. Sapere, tradizioni, creatività)

- Luthyl (divinità femminile. Bellezza, canto, musica)

- Orulliòn (divinità maschile. Valore, forza, potenza)

Eynomor

- Ares (figlio di Eynomor e di un’umana, visse la sua vita come un mortale per poi venire accolto tra gli Dei, coraggio, forza, potenza)

- Aule (il Forgiatore)

- Le 3 Ticari: Linòria (colei che genera il filo) , Sinìsteria (colei che tesse), Tomèria (colei che spezza il filo). La 4° Ticari era Emplèria (colei che intrecciava), ma tradì divenendo Lolth.

Thiamat (chiamato Gruumsh dagli orchi)

- Lolth (la Ticare traditrice, inizialmente chiamata Emplèria, dea dei ragni, del mare, dell’oscurità, del caos, degli assassini, dei drow)

- Vhaeraun (figlio di Lolth e Thiamat, dio del furto, dei maschi drow, delle attività malvagie in superficie)

- Eilistraee (gemella di Vhaeraun, dea della canzone, della bellezza, della danza, della caccia, della luce lunare, più buona che cattiva, si è ribellata agli altri dei maligni)

In un tempo molto lontano, prima degli elfi, prima della creazione delle Terre e prima ancora della nascita dei nostri Dei, esisteva un mondo. Un mondo diverso da quello che noi conosciamo adesso, con abitanti completamente differenti da quelli che oggi popolano il nostro, e con armi che noi mai potremmo ricreare. Nessuno è a conoscenza del motivo, neppure i nostri dei, ma questo mondo improvvisamente esplose. Tutto ciò che vi apparteneva venne ridotto in polvere, ma dalle sue ceneri emerse una forza misteriosa che attirò dentro di sé tutti gli spiriti di coloro che popolavano il mondo appena distrutto.

Questa enorme ed immensa forza vagò per molti e molti anni in un universo senza stelle… ma al suo interno qualcosa di molto particolare stava accadendo… Attirate come da dei poli magnetici, le anime con lo stesso allineamento iniziarono prima ad avvicinarsi per poi cominciare ad unirsi… Nacquero così tre nuclei che lentamente presero consapevolezza della loro unicità e svilupparono ognuno un proprio “essere” differenziandosi sempre più tra loro così da arrivare ad una situazione talmente critica che causò una seconda e ancor più potente esplosione che permise ai nuclei di separarsi.
Nacquero in questo modo gli Dei Primigeni che tutt’oggi vigilano sulle nostre Terre: il primo raccoglieva tutte le anime dal cuore puro ed immacolato; il secondo era formato dagli spiriti di coloro che anelavano all’equilibrio; l’ultimo era costituito dai più corrotti e malvagi propositi.

Questi tre esseri si accorsero ben presto però di essere gli unici abitanti di un vuoto e buio universo, e fu così che cercarono di raggiungere un compromesso per creare qualcosa su cui riversare la propria attenzione. Ma a causa della loro eccessiva diversità, le discussioni si protrassero per molto e molto tempo, sino a quando, l’impossibilità di mettersi d’accordo divenne palese realtà.
Fu così che allora decisero di creare un’entità che fosse separata dalle loro essenze, ma al tempo stesso racchiudesse e fondesse insieme i loro propositi e le loro aspettative. Un’entità che fosse capace di creare e modellare la materia, ma non di infonderle lo spirito vitale che solamente i tre Dei Primigeni erano in grado di fare.

Donando ognuno una parte del proprio essere e dando piena manifestazione del proprio potere, diedero forma e vita al primo essere di materia che l’universo avesse mai visto dopo un così lungo lasso di tempo. Costui era di corporatura tozza e dalle gambe corte, con lunghi capelli canuti e una barba che raggiungeva la punta dei suoi piedi.
Chiamato “Il Forgiatore” da coloro da cui lui stesso fu forgiato, non deluse le aspettative e creò sei sorgenti di energia, note oggi con il nome di piani elementali: Aria, Acqua, Fuoco, Terra, Energia Positiva ed Energia Negativa. Modellando egregiamente tali elementi giunse alla creazione delle Terre su cui oggi poggiamo i nostri piedi. Deserte e selvagge, prive di vita ma pronte ad accoglierla, le Terre divennero la fucina del semidio: un vulcano fu creato in una landa distante da tutte le altre e al suo interno si ritirò il Forgiatore.

Alle neonate Terre ognuno dei tre Dei Primigeni fece un regalo: il Dio della Vita donò il sole, la luna e le stelle; il Dio del Caos donò la morte e il dolore; il Dio dell’Equilibrio, infine, donò l’alternanza tra la luce e l’oscurità.
Intanto il Forgiatore, per poter soddisfare appieno il volere degli Dei Primigeni, decise di creare chi potesse aiutarlo nel suo importante compito: fu così che, nella sua imponente fucina, modellò la materia in maniera tale da creare 12 involucri a propria immagine e somiglianza, chiedendo al Dio dell’Equilibrio di infondere linfa vitale in essi. Questa è la nascita dei Nani, razza di abili lavoratori, assai amati da colui che li forgiò, a cui dettero il nome di Dio Aule.

Con il loro aiuto vennero creati altri 102 involucri, diversi però dai precedenti: 99 erano più alti e snelli, ognuno con lineamenti diversi, maschi e femmine. Anche in essi il Dio dell’Equilibrio soffiò la vita donando loro il nome di Priminati. Costoro erano esseri perfetti e in loro era racchiusa l’essenza di tutte le razze che nell’era attuale vagano sulle nostre Terre. Gli altri tre involucri erano stati creati invece per le divinità stesse: questi erano modellabili a seconda della volontà del dio e potevano essere usati per scendere sulle Terre e relazionarsi con le altre creature.
Mentre i Priminati iniziavano ad esplorare la loro nuova casa, Aule ed i suoi aiutanti continuavano il loro compito principale con la creazione di immensi animali leggendari: i draghi. Sei esemplari vennero creati ed ogni Dio Primigenio soffiò la vita in due di essi. Priminati e Draghi iniziarono così a vivere insieme in pace e collaborazione.

Intanto il lavoro di forgiatore di Aule e quello degli altri Dei di infondere vita, continuava instancabile: ogni razza di animali, dagli insetti agli uccelli, dai pesci ai mammiferi, veniva creata e posta sulle amate Terre, sotto il controllo dei Priminati e dei Draghi.
Ma per vigilare su tutte le esistenze delle loro creazioni, gli Dei Primigeni decisero di generare quattro creature immortali, le Ticari. Queste avevano il corpo di ragno e il volto delle donne dei Priminati ed ognuna di loro aveva un compito ben preciso: Linòria generava i fili che rappresentavano la vita degli abitanti delle Terre, Sinìsteria li tesseva aiutata da Emplèria che li intrecciava in una contorta ragnatela, infine Tomèria sfilava i fili di coloro che avevano raggiunto la fine della propria esistenza e li recideva. In questo modo le nascite e le morti cominciarono a susseguirsi e le vecchie generazioni lasciarono il posto alle nuove.

Il Dio della Vita, instancabile nel donare ogni amore e bellezza sulle Terre, decise di chiedere ad Aule la creazione di quattro involucri, ognuno ottenuto da un piano elementale, in cui poter soffiar la linfa immortale. Questi quattro esseri, chiamati Figli, avrebbero affiancato il Dio nel suo importante compito. Qualche secolo più tardi, questi avrebbero ottenuto nomi ben precisi: Neimor (elemento del Fuoco) accompagna gli amati del Dio nel difficile momento del dolore e della morte; Erinor (elemento dell’Aria)
coltiva il sapere e le tradizioni delle Terre tutte; Luthyl (elemento dell’Acqua) delizia con la bellezza, il canto e la musica; infine Orulliòn (elemento del Fuoco) affianca i guerrieri che credono nel Valore, nella Lealtà e nella Rettitudine.

Con il passare degli anni, i draghi, a cui il Dio della Vita e il Dio del Caos avevano donato linfa vitale, cominciarono a diffondere i principi ed i propositi delle proprie divinità tra alcuni priminati, cercando di convincerli riguardo la veridicità delle proprie tesi. Lentamente ma inesorabilmente il mutamento si svolse e alcuni di coloro che un tempo erano perfetti nel loro equilibrio, iniziarono ad avvicinarsi maggiormente al bene o al male.
I priminati ancora non contaminati decisero che era troppo pericoloso continuare a rimanere in queste Terre così influenzabili e pregarono il Dio dell’Equilibrio, a cui dettero il nome di Eynomor, di donargli un altro mondo in cui vivere. Addolorato per la decisione dei suoi figli, ma desideroso di rispettarne le volontà, il Dio dell’Equilibrio chiese ad Aule di generare un mondo parallelo al nostro e creò un portale magico che legasse entrambe le terre.

Attraverso tale Portale centinaia di Priminati abbandonarono il mondo che sino ad allora era stato la loro casa. Il portale non venne distrutto per poter dare l’opportunità ai Priminati di poter far ritorno alle Terre qualora lo avessero desiderato, ma, per impedire che anche i rimanenti potessero raggiungere il nuovo mondo, fu ordinato ai draghi di custodirne l’ingresso per i secoli a venire.
I Priminati che non partirono si divisero, occupando radure, boschi, montagne e paludi, perdendo definitivamente la loro ancestrale perfezione: le idee e le abitudini mutarono, deviate ora dalla Luce ora dall’Oscurità. Alcuni seguirono la via della forza e della violenza sottomettendosi completamente alla volontà del Dio del Caos, a cui dettero il nome di Gruumsh (successivamente chiamato Thiamat nella lingua comune degli umani).

Questi esseri si insediarono in territori lugubri e malsani, a cui dettero il nome di Lande Oscure, e lentamente il loro spirito malvagio contaminò persino le loro stesse carni, facendoli divenire enormi e mostruose bestie, brutali, feroci e indomabili. Questa è la nascita di coloro che oggi vengono chiamati Orchi. Il Dio Thiamat li addestrò accrescendo notevolmente la loro capacità combattiva e militare e infondendo in loro il suo odio per i priminati dall’allineamento positivo.
Quest’ultimi Priminati infatti aborrivano la forza preferendo un`altra via. Erano gli antenati degli Elfi: minuti esseri dalla poca forza, ma dal grande intelletto e agilità. Costoro iniziarono a condividere i propositi del Dio della Vita, che individuavano nella splendida Natura che li circondava ed amava, e a cui dettero il nome di Dea Elynrien (successivamente chiamata Gea nel linguaggio comune).

All’inizio tutti gli elfi vivevano insieme come un unico popolo e tra loro non vi era alcuna distinzione; tuttavia molti preferivano risiedere nei boschi e contemplare la natura; altri costruivano villaggi nelle radure, erano austeri e legati all`etichetta e alla forma; altri ancora abitavano sulle montagne, tra le grotte e dentro di esse costruivano le abitazioni in cui vivere. Tra le comunità non vi era alcun segno d`intolleranza, né sintomi d`inimicizie o incomprensioni: tutti si prestavano per la pace e la giustizia, come pure per il bene comune e l`aiuto reciproco.
Con il passare dei secoli però, le tre comunità elfiche cominciarono a differenziarsi l`una dall`altra per usi e costumi, modo di pensare e di agire; mentre gli individui all’interno di ciascuna comunità diventavano sempre più conformi, sia fisicamente sia mentalmente.

Nel frattempo una delle Ticari, Emplèria, coltivava in segreto una profonda ammirazione e devozione verso Thiamat. Questa sua passione raggiunse l’apice quando, informata del desiderio del suo amato di voler cercare di contaminare con la propria malvagità alcuni esponenti dei tanto amati elfi della Dea Gea, rubò i fili dell’esistenza di quelli che abitavano nelle grotte e andò a nascondersi a sua volta in uno di questi profondi cunicoli. Qui intrecciò i fili rubati insieme al suo stesso, infinitamente più lungo dei primi e dal color dell’oro. Ne nacque una bellissima e maestosa ragnatela dorata, che subito offrì in regalo al suo amato e venerato Thiamat. Quest’ultimo, trovando il dono alquanto inutile e infuriatosi perché il furto
avrebbe insospettito la Dea Gea, intrappolò la Ticari all’interno del corpo di un piccolo ragno di pietra e la pose al centro della ragnatela.

Passarono svariati anni, in cui Emplèria continuava ad implorare il perdono del suo Signore e Padrone senza ottenere alcuna risposta, sino a quando un’avventata elfa delle caverne, raggiunse per errore la sua prigione. Capendo subito di poter porre rimedio al suo fatale errore, decise di rivolgersi alla fanciulla, parlando direttamente alla mente di lei, e inculcandole pensieri e capacità con i quali avrebbe potuto ottenere il tanto desiderato perdono. Come aveva immaginato, la fanciulla rimase affascinata dalle sue parole e decise di compiere tutto ciò che le veniva chiesto. Rivolte, rapimenti e omicidi cominciarono a susseguirsi sino a quando gli elfi delle radure e dei boschi si allearono per combattere contro i loro antichi fratelli delle grotte. Quest’ultimi ebbero la peggio e la maggior parte dei maschi combattenti perì nello scontro mortale.

La popolazione superstite, per scappare dall’ira dei vincitori, decise di cercare un rifugio sicuro nelle grotte più profonde della montagna e la fanciulla, ormai sacerdotessa della donna ragno, portò tutti loro alla presenza della ragnatela d’oro. Qui gli elfi delle caverne giurarono fedeltà alla Ticari, donandole il nome di Lolth. Thiamat pienamente soddisfatto del lavoro compiuto dalla donna ragno decise di liberarla dalla sua prigione e ricompensarla lasciandola alla guida dei nuovi elfi, che presero il nome di Drow.
Ma intanto che questi grandi movimenti avvenivano e i secoli passavano, alcuni Priminati fecero ritorno nelle Terre. Essi, però, non erano più gli esseri perfetti della creazione, avevano, infatti, perduto la loro saggezza e neutralità verso gli eventi, come se il passaggio all’altra dimensione non fosse riuscito a fermare la contaminazione. Quasi tutti erano stati cacciati dai loro simili poiché si erano lasciati traviare da comportamenti che non permettevano loro di vedere le cose col necessario distacco, la loro dote principale.

Alcuni erano divenuti buoni, prodighi e disponibili a soffrire pur di non far soffrire qualcun altro. Erano quei candidi esseri che con sé recavano un’aura di bontà infinita: gli Angeli.
Ma assieme a loro era giunta anche la controparte malvagia, e cioè quei priminati che godevano delle sofferenze altrui, del male inferto e dei lutti causati. Ecco che anche i Demoni facevano la loro comparsa.
Con questi ultimi giungevano anche i loro stupidi e letali servitori: i troll. Esseri quasi incapaci di ragionamenti propri, ma che, se scatenati, hanno in corpo la rabbia necessaria per abbattere un intero bosco. I Demoni non potevano avere una progenie uguale a loro, solo generare delle creature che si impiantassero nei corpi viventi, rendendoli più forti, ma ciò che desideravano più di ogni altra cosa era tornare alla perfezione originale dei Priminati. Dai loro tentativi, attuati tramite la magia degli elfi oscuri, nacque la Stirpe degli immortali, i Vampiri.

Anche gli angeli non potevano avere una progenie uguale a loro, ma portarono con essi, dall’altra dimensione, le fate ed i folletti, piccoli esseri creati cercando di riprodurre la bellezza dell’alba riflessa dalle gocce di rugiada sui fiori e sui funghi dopo aver abbandonato le Terre.
Alcuni dei Priminati, pur mantenendo l’indole neutrale della propria progenie, tornarono ugualmente indietro con la schiera degli scacciati, senza uno scopo preciso e nemmeno attratti specificamente né dalla Luce né dall’Oscurità. Essi volevano soltanto saziare la loro nostalgia delle Terre, e perciò, privati di qualsiasi peculiarità, popolano oggi ogni territorio, rappresentando la razza più duttile e prolifica: gli Umani. Le Terre andavano, perciò, sempre più popolandosi, e le lotte per i territori sempre più accanite.

Tutti volevano essere padroni di un territorio sempre più grande e le spedizioni esplorative divennero sempre più frequenti. Fu così che altre razze videro la luce.
Quando gli uomini vennero a contatto con le tre stirpi elfiche, non riuscirono ad evitare di rimanere stupiti di fronte a quel popolo con radici così antiche, con usi e costumi così raffinati e con un aspetto così superbo. Così dall’unione di queste due razze, nacquero i Mezzelfi. Le unioni non sempre furono frutto di
amore, il più delle volte di violenza e abusi, e i nuovi nati raramente erano ben visti dall’una e dall’altra razza.
Fu in questo periodo che il Dio Eynomor si invaghì di un’umana che lo adorava come sua sacerdotessa. A lei si unì per una volta soltanto e da questa unione nacque un bambino a cui venne dato il nome di Ares. Ben presto questa nuova creatura divenne un grande guerriero: aggressivo e feroce, impersonava la natura brutale della guerra, ma al tempo stesso rispettava i principi di onore, virtù e coraggio.

Presto divenne guida del suo popolo e grazie a lui la razza umana fu unita sotto un unico stendardo, portando un periodo di grande prosperità e pace. Alla sua morte, fiero di lui, il Dio Eynomor raccolse lo spirito del figlio e gli fece costruire da Aule un corpo immortale. Da allora viene adorato come dio della guerra da ogni combattente, positivo, neutrale o negativo che sia.
Intanto, Lolth continuava ad essere venerata dai Drow come se fosse una Dea e fu così che Thiamat scelse lei per creare una progenie divina. Dalla loro unione nacquero due gemelli, un maschio e una femmina a cui vennero dati i nomi di Vhaeraun e Elistraee. Lolth sempre più ardente di odio, inculcò nella mente dei drow, la necessità di uccidersi a vicenda per primeggiare e ottenere il suo favore, creando una società matriarcale, e facendo del genocidio e del fratricidio la sua legge.

Intanto i due gemelli crescevano e osservavano quel mondo, formando un proprio pensiero. Vhaeraun si era avvicinato all’assassinio, al furto e alle ombre e iniziò a vedere male i drow rinchiusi nel sottosuolo lontani da quello di superficie più affascinante e vario. Quest’ultimo pensiero era condiviso dalla sorella Elistraee con la differenza che in segreto covava il desiderio di vedere gli elfi oscuri non più malvagi. Un desiderio pericoloso che nascondeva a tutti gli altri dei.
Un gruppo di elfi silvani, un giorno, giunse in una radura incantevole, popolata da strani esseri che erano l’unione perfetta tra persone e natura. Infatti il loro corpo era formato per metà da quello di un cavallo, mentre dalla vita in su aveva l’aspetto di un comune umano. Questi asserirono di chiamarsi Centauri e sostenevano di essere i figli prediletti della Dea Gea, la divinità della Vita.

A lungo solcarono le pianure delle Terre fino ad un terribile giorno: un gruppo di umani, desiderosi di conquistare un territorio occupato da centauri, attaccò all’improvviso e sterminò un’intera tribù. Dopo il primo attacco gli umani non furono soddisfatti e continuarono portando quasi all’estinzione la mitica razza. Uno dei sacerdoti dei centauri, prima di morire, lanciò una maledizione nei confronti di quegli assassini: anch’essi sarebbero stati per metà animali e per metà uomini, ma avrebbero sofferto in eterno per questa loro condizione, che si sarebbe presentata ad ogni chiaro di luna, rendendoli delle bestie affamate di sangue. Nacquero così i Mannari.
Molte di queste razze, ad oggi, sono in qualche modo scomparse, alcune per avvenimenti noti, altre per motivi sconosciuti, che hanno fatto di loro leggenda. Di altre non si sa esattamente da dove vengano o chi e come li abbia creati. E’ questo il caso degli Halfling piccoli e irrefrenabili esseri dall’aspetto esteriore di bambini umani, che scorrazzano ovunque.


Nelle Terre, però, molti luoghi sono ancora angusti e inesplorati, e potrebbero nascondere altre forme di vita ancora sconosciute.


Primaflora, il saggio dalla doppia personalità
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