Questa pergamena giunge dalla terra Andalusa, ma il suo autore è un Visir, egli decanta la sua amata paragonandola al cotogno, frutto sacro ad Afrodite.
Chrysomelon ovvero “pomo d’oro” ispirò la credenza leggendaria che i pomi d’oro di Ercole fossero cotogne.
Anche il carro di Venere era decorato non soltanto di rose a di mirti ma anche di mele cotogne.
D’altronde nell’iconografia antica la dea è talvolta raffigurata con questo frutto in mano, considerato un pegno d’amore per gli innamorati
Poesia scritta da Chafar ben Utman al-Mushafi
E’ di color gialli, quasi portasse una tunica di narciso,
e profuma come muschio di penetrante aroma,
Dell’amata ha il profumo e la stessa consistenza del cuore,
ma dell’amante appassionato e macilento ha il colore.
Il suo pallore è un prestito al mio pallore,
il suo odore il respiro della mia amica
Quando un giorno si fu maturata sul ramo
E le foglie le ebbero steso manti di broccato
Protesi soavemente la mia mano per coglierla
E posarla come un bruciaprofumi al centro della mia sala,
Indossava un vestito di lanugine cinerina
Svolazzante sul liscio aureo corpo
E quando nuda restò nella mia mano
Priva anche della sua camicia di narciso
Mi fece rammentare quel che non posso dire,
e l’ardore del mio fiato la fece tra le mie dita avvizzire.
Primaflora, il saggio dalla doppia personalità